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Var, la conseguenza peggiore: le nuove scorrettezze che scuotono la Serie A

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Maurizio Zottarelli
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È accaduto quanto i più avveduti avevano previsto: il Var ha distrutto uno sport secolare come il calcio e ne ha inventato un altro, il “telecalcio” a beneficio dei commentatori da studio e da bar. Lasciamo da parte il fatto che non si è ancora capito quando questo benedetto var deve e può intervenire, per cui ogni domenica assistiamo a partite in cui il grande fratello del calcio cambia il corso degli eventi e altre in cui i medesimi fatti vengono ignorati, perché questo, se vogliamo, attiene ancora alla vecchia questione della difformità di giudizio che esisteva anche prima dell’avvento della “moviola in campo”. La questione più grave è, invece, che questo super arbitro ha cambiato lo spirito e la natura dello sport che noi tutti amavamo. Perché l’avvento delle telecamere arbitrali ha, ovviamente, cambiato il modo stesso dei giocatori di giocare.

In ogni incontro si assiste allo spettacolo di atleti che, una volta in area, cercano solo un contatto con l’avversario per poi cadere a terra. L’obiettivo primario non sembra più quello di trovare una via verso la porta altrui, ma ottenere una sanzione a proprio favore o contro l’altra squadra: chi va sulla fascia non cerca più di mandare la palla al centro per favorire il tiro di un compagno, piuttosto punta a colpire il braccio di un avversario.

 

 

Oppure, come avvenuto sabato in Milan-Udinese, l’attaccante non corre a perdifiato verso la porta, no, rallenta e taglia la strada al difensore nel tentativo di farsi toccare e causare l’espulsione di quell’altro che, nel frattempo, si preoccupa solo di non toccare l’avversario. Tanto poi ci sarà una telecamera che puntualmente registrerà il contatto (forte, leggero, reale o fittizio, non importa) e lo sanzionerà. Ecco che un sistema nato per punire le scorrettezze finisce, non solo per provocarne, ma anche per premiarne di nuove e più subdole. Un paradosso solo per chi non aveva mai sentito dire che “il medium è il messaggio”, cioè che lo strumento di comunicazione modifica la realtà. Un disastro annunciato che ora non ci permette nemmeno più di esultare dopo un gol: si festeggia solo dopo l’occhiuta verifica e la convalida della misteriosa sala var. Che emozione... 

 

 

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