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Jannik Sinner, la rivelazione di Cané: "Perché la Wada ce l'ha con lui"

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“Non ho dubbi, io sto dalla parte di Sinner perché è un grandissimo professionista e mi spiace per lui per questa situazione”. Dice così, sicuro, l’ex tennista Paolo Cané in una lunga intervista a Fanpage. Lo fa difendendo Jannik, ancora al centro della vicenda della positività indiretta al Clostebol che ha fatto finire il caso al Tas di Losanna dopo il ricorso presentato dalla Wada. “È un discorso molto delicato e non sono certo io quello che può dare delle risposte, ma solo esprimere un parere — ha detto ancora Cané — Ci sono i tribunali per questo e c’è un’indagine in corso. Quello che si sta facendo, chiedendo ai vari giocatori e facendo nomi e non di quelli che possono rispondere, sembra un ping pong e questo gioco non serve a nessuno. Serve solo ad alimentare il discorso perché il numero uno del mondo fa ovviamente notizia molto più del numero 1000 e questo va bene anche ai giornali".

E ancora: ”Lui ha ricevuto un giudizio da 3 giudici di livello mondiale, tre esperti che hanno già dato risposta negativa — ha aggiunto — E quello che molti non leggono bene e su cui bisogna fare molta attenzione è che Sinner non è stato aiutato in questa storia, anzi. Considerato quello che sta passando a livello mentale, quello che dicono su di lui, non è stato aiutato. Se fosse capitato ad altri giocatori a mio parere come Alcaraz, Djokovic, ne sarebbero usciti molto male rispetto a lui e invece Jannik ha reagito da grande campione qual è”. E sul fatto di essere stato penalizzato dalla vicenda, l’ex tennista ha risposto: “Di certo non è stato aiutato in questa vicenda nonostante quello che molti pensano. Quello che sta facendo e le risposte che sta dando sul campo vincendo, insomma non è facile. Non lo sarebbe per nessuno”. 

 

 

 

Nei prossimi mesi Sinner “avrà una grande pressione perché non arriverà subito la risposta del TAS, ci vorrà del tempo — ha aggiunto Cané — Parlo da ex professionista e sportivo, la sensazione è che in un momento così tu non sei nella condizione migliore per giocare ed esprimere il tuo massimo. Invece lui lo sta facendo alla grande. È di un’altra categoria”. Secondo l’ex tennista essendo Sinner un numero 1 “il caso fa notizia — ha aggiunto — a meno che non abbiano delle carte in mano per dimostrare qualcosa di cui siamo tutti all’oscuro. Se continuano nonostante il giudizio di un tribunale che aveva già detto che è tutto a posto. Per il resto bisogna affidarsi agli addetti ai lavori”.

Un ultimo pensiero, Cané l’ha rivolto a chi (in primis Kyrgios) non perde tempo per dare a Sinner del colpevole per il caso Clostebol: “Si alimentano voci su un qualcosa sul quale si può esprimere solo un giudice o un tribunale — ha concluso — Uno può avere un parere, ma non vuol dire niente. Che lo dica Panatta, il mio capitano, Pietrangeli o Kyrgios, che vuole fare cinema a distanza per fare qualcosa, è un giudizio che vale come quello di chi incontri per strada e al quale chiedi un parere. Nel calcio vedi il rigore c’è o non c’è? L’arbitro va a vedere il VAR e decide, il giorno dopo ancora se ne parla, ma sono argomenti da bar. Alla fine c’è un giudice o un tribunale che studierà il caso, addetti ai lavori. Gli altri possono solo avere un pensiero, ma è un ping pong che non serve a nessuno. Ho una grande empatia con Sinner che merita solo rispetto per quello che sta facendo”.

 

 

 

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