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Dopo 41 anni rivive il mito di "Azzurra"

An. Te.
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 America’s Cup, liturgia collettiva che si celebra ogni quattro anni: anche chi di vela capisce poco si ritrova davanti alla tv. Qualche giorno fa è andata male: Luna Rossa battuta da Ineos Britannia e la finale che sfuma. Ma il seme di questa liturgia collettiva fu piantato 40 anni fa, quando la vela, almeno in Italia, era uno sport dilettantistico. Era il 1983, nacque la Louis Vuitton Cup e vi prese parte Azzurra - La prima sfida italiana all’America’s Cup, come da titolo del documentario di Nicola Cavalazzi e Tommaso De Micheli. Proposto su Rai 3, ora è una perla ben custodita su Rai Play, 50 minuti di profondo blu, la spiegazione delle origini di una passione nazional popolare. Come sempre o quasi nell’Italia di quegli anni c’è lo zampino di Gianni Agnelli. Volle incontrare Cino Ricci, che in quel mondo era già un mito, gli disse che lo avrebbero fatto.

A una condizione: «Non mi faccia fare la figura del cioccolataio». Ricci fu lo skipper di Azzurra. Lo stesso Ricci che nel 2000 fu la voce di Luna Rossa. E no, non fece fare all’Avvocato la figura del cioccolataio: Azzurra arrivò in semifinale, risultato che aveva il sapore dolce del miracolo.Nel documentario il racconto è affidato alla voce dei protagonisti. Pela schier, il timoniere che si era sempre immaginato l’America’s Cup come uno scontro tra pirati. I randisti, Roberti e Reggio, il tailer Gabrielli, «a 16 anni sono scappato di casa e sono andato in mare». Ma soprattutto parla Ricci. «La Coppa America? Tocchi il cielo con un dito». E la sua voce, che svela con fierezza i segni del tempo, tradisce ancora pura emozione per ciò che fu. 

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