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Jannik Sinner e Carlos Alcaraz? Questione di margini: cosa accadrà in futuro

Gabriele Galluccio
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Jannik Sinner ha perso, e questa è già una notizia, visto che capita dirado. Il numero uno al mondo ha preso bene la sconfitta, anche perché si trattava di un 500, nulla di troppo serio. E poi bisogna tenere in conto del peso che si porta dietro a causa della vicenda Clostebol: è impressionante che riesca a tenere fuori dal campo una cosa del genere che può rovinargli la carriera. La forza mentale rimane la miglior qualità di Jannik, che dinanzi a un Alcaraz a tratti ingiocabile è rimasto attaccato alla partita in ogni modo, alzando il livello del suo tennis nei momenti più delicati.

Al tempo stesso Sinner è consapevole di aver potuto fare meglio per vincere l’incontro, e qui sta la vera differenza con Alcaraz. Lo spagnolo ha vinto gli ultimi tre confronti, ma lo ha fatto sempre all’ultimo set, al termine di partite tiratissime, decise su una manciata di punti. Il talento di Carlitos è gigantesco, ma Jannik lo compensa con la forza mentale fuori dal comune. L’impressione è che tra i due sia Sinner quello con più margini di miglioramento: banalmente è più difficile lavorare sulla testa che sulla tecnica. È evidente che per avere maggiori possibilità di vittoria Jannik deve servire meglio: la percentuale di prime (55%) è molto bassa, troppo in un incontro di livello eccezionale come quello con Alcaraz.

 

 

Non a caso Sinner è stato tradito dal servizio proprio sul più bello: era avanti 3-0 nel tie-break decisivo e non è riuscito a mettere neanche una prima in campo, prestando il fianco al parziale di 0-7 che ha chiuso il match in favore di Carlos. I detrattori di Jannik non vedevano l’ora che perdesse con Alcaraz, in modo da poter avvalorare la loro tesi secondo cui sarebbe lo spagnolo il “vero numero uno”. Un discorso senza senso, perché è vero che Alcaraz è avanti negli scontri diretti, ma Sinner i tanti punti i più li ha conquistati grazie a una costanza di risultati impensabile per lo spagnolo.

 

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