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Wada, lo scandalo rivelato dal Nyt: i file persi dall'agenzia che vuole affondare Sinner

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Dopo la decisione di fare ricorso al Tas di Losanna, la Wada sta conducendo una vera e propria battaglia politica. Dagli Stati Uniti in molti si stanno mobilitando per far emergere i lati oscuri dell'agenzia anti-doping. Il New York Times, per esempio, ha svelato che a causa di una serie di problemi tecnici poche settimane prima delle Olimpiadi di Parigi i database della Wada sono andati in tilt. L'agenzia, infatti, ha smarrito i dati di almeno 2mila casi e ha perso traccia di oltre 900 risultati di test di atleti accusati di aver infranto le regole antidoping.

Ma c'è dell'altro. A causa di questo crush informatico, la Wada non è più stata in grado di determinare quali casi avrebbe dovuto monitorare e se stesse monitorando in modo corretto i casi di quegli atleti che erano attesi a Parigi 2024. In sintesi: la Wada potrebbe aver lasciato gareggiare alle Olimpiadi degli atleti dopati.

 

 

Ovviamente il Nyt non fa sconti: “Il resoconto dell’incontro, precedentemente non divulgato, solleva nuove e serie domande sulle prestazioni dell’agenzia, nota come Wada, che quest’anno è stata sottoposta a un intenso esame per la sua gestione del possibile doping nel nuoto. La portata dei problemi di dati ha accresciuto le preoccupazioni all’interno dell’organizzazione sulla sua capacità di rimanere al passo con il suo crescente carico di lavoro”.

“La gravità della situazione – ha concluso il prestigioso quotidiano americano – potrebbe andare ben oltre l’imbarazzo di un fiasco informatico e funzionari frustrati. La non conformità al codice antidoping globale può portare a sanzioni e sospensioni, che nel caso della Russia hanno portato a un divieto di anni dagli sport internazionali. Tradizionalmente, la Wada ha determinato ed emesso tali punizioni. Ora, i suoi stessi avvocati hanno avvertito a maggio, rischiava di violare gravemente le sue stesse regole”.

 

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