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Sinner ha distrutto Taylor Fritz: "Cosa mangiavo tutto il giorno dopo la sconfitta"

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Distrutto da Jannik Sinner, in campo ma soprattutto fuori, dopo la finale degli Us Open. L'americano Taylor Fritz, attualmente al numero 7 del ranking Atp, ha fatto sognare gli appassionati di tennis a stelle e strisce, tanto da convincere ad andare a fare il tifo per lui sugli spalti dell'Arthur Ashe Stadium sua maestà del pop Taylor Swift e il suo compagno, il giocatore di football della Nfl Trevis Kelce (che ha confessato di aver trascorso le pause del match con un solo obiettivo, fare trambusto "per deconcentrare l'italiano". Missione fallita). 

Intervenuto al podcast Nothing major, è stato lo stesso Fritz a rivelare come il momento migliore a Flushing Meadows sia stato il derby vinto in semifinale contro Frances Tiafoe e il peggiore la finale persa contro il 23enne di San Candido, che lo ha portato poi letteralmente a devastarsi nei giorni immediatamente successivi alla partita. 

 

 

 

"A essere onseto, probabilmente mi sono sentito peggio di quanto mi sarei aspettato se mi avessero detto che avrei raggiunto una finale Slam. Dopo la finale sono stato seduto alla mia scrivania, giocavo ai videogiochi per 12 ore al giorno e mangiavo in modo piuttosto malsano. Onestamente, ho avuto abitudini distruttive dopo il torneo". 

Oggi, però, prevale la soddisfazione per un grande risultato, forse imprevisto. L'ultimo americano a vincere "in casa" a Flushing Meadows era stato Andy Roddick, addirittura nel 2003. E l'ultimo a raggiungere una finale in una prova del Grande Slam fu sempre l'ex numero 1 nel 2009, a Wimbledon. Fritz era arrivato agli Us Open nel peggiore dei modi, uscendo subito di scena sia al Masters 1000 di Montreal sia a Cincinnati. "Non pensavo di giocare così male in quei due tornei, ma avevo bisogno di riposare. Prendermi qualche giorno di realax prima degli US Open alla fine ha pagato. Non pensavo di arrivare così in fondo, il sostegno del pubblico è stato fondamentale nella mia corsa".

 

 

 

Anche per questo, ha sottolineato, "il momento più bello di tutti durante la mia corsa agli US Open è stato vincere la semifinale, il derby contro Frances Tiafoe. Vincere quella partita mi ha portato a diventare il primo americano in finale a New York dopo tanto tempo. È stata una sensazione davvero bella, ma anche stressante e potete immaginare quello di cui sto parlando".

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