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Milan, indiscrezioni da Milanello su Paulo Fonseca: com'è ridotto...

Gabriele Galluccio
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L'agonia di Paulo Fonseca terminerà domenica sera, al fischio finale del derby della Madonnina. Il portoghese è apparso quasi rassegnato dopo la schifezza di partita giocata con il Liverpool: ci sono modi e modi di perdere e il Milan ha scelto il peggiore, venendo travolto dopo l'iniziale vantaggio. Inaccettabile che la squadra molli il colpo già dopo aver subito il pareggio, tra l'altro in un San Siro strapieno. Legittima la frustrazione dei tifosi per un Diavolo che non fa paura a nessuno: gioca senza personalità, è messo male in campo, ciondola in attacco e prende gol quasi a fotocopia in difesa. Fonseca non è la causa di tutti i mali, ma è evidente che è stato scelto per un compito che va al di sopra delle sue capacità: il gruppo rossonero è come se fosse affetto da un virus e il portoghese non è la cura, anzi accentua i sintomi della malattia.

C'è un motivo se tv, radio e giornali hanno sostenuto all'unanimità fin dal primo giorno che Fonseca non è l'allenatore giusto per il Milan: serviva l'Antonio Conte della situazione, ma è stato regalato al Napoli, che infatti già se lo sta godendo con enorme soddisfazione. In uno spogliatoio come quello rossonero, dove i "leader" sono i capricciosi Theo Hernandez e Rafa Leao, serviva qualcuno con una forte personalità, oltre che con maggiori garanzie tecniche e tattiche. Qualcuno dovrà assumersi le responsabilità di aver mandato Fonseca a schiantarsi e di aver perso tempo prezioso. Il Milan deve darsi una mossa se non vuole già compromettere l'intera stagione. Solo un miracolo nel derby potrebbe salvare Fonseca, ma a cosa servirebbe? Solo a ritardare un esonero che sembra già scritto.

 

 

Per il "boss" Ibrahimovic è arrivato il momento di lasciar perdere le dichiarazioni "cringe": andavano bene quando era un calciatore, facevano anche ridere, ma non si addicono all'incarico che ricopre. Servono chiarezza, assunzione di responsabilità e soprattutto fatti. Insomma, vietato sbagliare la prossima scelta. Lo svedese si è riunito con Furlani e Moncada dopo la disfatta con il Liverpool e ieri mattina è andato negli spogliatoi a Milanello, dove avrebbe stretto un "patto derby" con i senatori. Intanto lavora all'alternativa a Fonseca e filtra ben poco sulle sue reali preferenze. Massimiliano Allegri è gradito dalla tifoseria, ma sarebbe meglio evitare i cavalli di ritorno, anche perché il tecnico livornese costa tanto ed è comunque una personalità forte, molto più divisiva di Conte: stando alle parole di Ibra, non è quindi un profilo in linea con il progetto del Milan.

Maurizio Sarri e Igor Tudor sono gli altri due nomi italiani che circolano: il primo sarebbe perfetto per rimettere ai rossoneri il vestito del 4-3-3, ma non offre molte garanzie a stagione in corso; il secondo è invece più rodato in situazioni del genere, ma passerebbe a un sistema di gioco con la difesa a tre, come lo spiegherebbe in una manciata di allenamenti a una squadra che al momento fatica ad assimilare anche i concetti più basici?

E poi ci sarebbero le piste estere, che forse sono le migliori da percorrere per il Milan a questo punto. Edin Terzic era a San Siro martedì sera ed è reduce da una finale di Champions con il Borussia Dortmund, mentre Thomas Tuchel cerca riscatto dopo il flop al Bayern Monaco. Entrambi sono gestori, potrebbero riportare ordine nel caos rossonero. Soprattutto Terzic rientra nei parametri del Milan per qualità e filosofia. Sarà lui il prescelto? Lo scopriremo forse dopo il derby.

 

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