Milan, dietro il fallimento di Fonseca c'è Ibrahimovic: un doloroso retroscena
Il primo e principale problema del Milan è che la sua dirigenza pensa che non ci siano problemi. Ibrahimovic- visto che “comanda lui” e gli altri “lavorano per lui”, citiamo lui - è convinto di aver preso solo decisioni corrette. D’altronde le ha prese in prima persona e lui è infallibile di natura. Dire che il Milan non sta funzionando significherebbe ammettere di aver commesso uno o più errori, eventualità che non ha mai sfiorato lo svedese quando era calciatore, quindi uno del gruppo, figuriamoci ora che è dirigente, quindi uno sopra il gruppo.
A proposito, Cardinale che si professa maestro di gestione d’impresa si è mai chiesto che personalità sarebbe meglio mettere a capo di un’azienda complessa come il Milan? Se se lo è chiesto e si è risposto Ibrahimovic, forse non ne immaginava l’incapacità di uscire dal personaggio di diointerra che si era creato.
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Se non se l’è chiesto, beh, allora abbiamo trovato l’origine dei mali. Il Milan in campo non è altro che un riflesso del Milan fuori dal campo. Le carenze tattiche (la mancanza di competenza), sia individuali sia collettive, non vengono compensate dalla personalità perché non esistono autocritica e solidarietà. L’eccezione che conferma la regola è non a caso l’ultimo arrivato, non ancora contaminato dal virus, Abraham che nel finale di gara contro il Liverpool richiamava disperato e incredulo i compagni.
Ora, tutti coloro che non erano chiamati ad assumere l’allenatore del Milan hanno capito che serviva un uomo di carisma capace di colmare l’evidente vuoto nel gruppo e nei presunti leader quali Maignan (non si è mai visto un portiere che si fa male ad ogni rinvio e che ieri, invece, stava bene), Theo (non si è mai visto un terzino che decide in autonomia di non difendere più perché è bravo ad attaccare) e Leao (non si è mai visto un numero 10 che fa la differenza una volta ogni tre mesi e quella volta puntualmente lo rinfaccia al pubblico). Ma dopo che Conte è stato respinto, ora Sarri e Allegri vengono ignorati e al più viene considerato Tudor.
L’unico contatto attivato è con l’entourage di Terzic, ex tecnico del Borussia Dortmund finalista di Champions: uno che risponde all’assurdo identikit del mister internazionale e che confermerebbe quanto premesso, ovvero che Zlatan crede che le scelte da lui finora prese sono tutte corrette ed è semmai Fonseca a sbagliare. Ieri “il boss” e Moncada, il ds che lavorerebbe per lui e non per il Milan, hanno pensato di restare in sede mentre la squadra si allenava a Milanello agli ordini, per così dire, di Fonseca. Anche questo è un segnale di disgregazione ed è grave che avvenga prima di un derby che, dovesse andare male, probabilmente farà scattare l’esonero. Un esonero che sembrerà sottolineare le colpe di Fonseca e invece andrà nel caso letto al contrario: se nel Milan comanda una sola persona, le colpe di un eventuale fallimento di chi sono?