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Jannik Sinner, "una montagna di soldi per convincerlo": come lo tentano

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Una montagna di soldi per convincere Jannik Sinner a volare a giocare in Arabia Saudita. Nel giro del mondo del numero 1 del tennis mondiale, reduce dal successo agli Us Open, il suo secondo torneo del Grande Slam dopo gli Australian Open a inizio anno, si inserisce ora anche il Six Kings Slam

Non un vero e proprio torneo, ma una esibizione kolossal organizzata dagli sceicchi nel deserto con alcuni dei nomi più clamorosi della racchetta mondiale. 

 

 

 

Il calendario del 23enne di San Candido, che prevede salti dalla Cina all'Austria con l'obiettivo finale delle Atp Finals (e la Coppa Davis, si spera), prevederà dunque una tappa a Riad dove, salvo infortuni dell'ultim'ora se la vedrà con alcuni dei suoi storici e più acerrimi rivali: Nole Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Rafa Nadal (sempre che i guai fisici ormai cronici che l'hanno tenuto fuori dalla Laver Cup di Berlino dal 20 al 22 settembre lo tengano ai box) e Holger Rune, tutti usciti male da Flushing Meadows. L'appuntamento è dal 16 al 19 ottobre, con un giorno di riposo per aggirare la regola dell'Atp che non consente 72 ore consecutive per i tornei di esibizione.

 

 

 

I soldi, si diceva: il montepremi, come da tradizione in Arabia, è semplicemente mostruoso: un milione e mezzo di euro a gettone per ogni giocatore partecipante, addirittura 6 milioni tondi per il vincitore. La gloria, insomma, potrebbe non essere il principale motivo dietro alla decisione di volare in Medio Oriente. E c'è chi sussurra che dal 2025 il torneo "dorato" possa trasformarsi in torneo Master 1000 vero e proprio. L'incasso, in fondo, è già adeguato.

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