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Sinner, Adriano Panatta e il dettaglio decisivo: "Come cammina, il senso della sua grandezza"
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"Prima era un pischello, ora è un uomo". Adriano Panatta applaude convinto Jannik Sinner a poche ore dallo strepitoso successo dell'azzurro agli Us Open. il secondo su quattro tornei del Grande Slam dopo gli Australian Open che a inizio stagione hanno lanciato la sua inesorabile scalata al primo posto nel ranking Atp.
Ora che il Rosso di San Candido, a soli 23 anni, sta già battendo tutti i record del tennis italiano e sembra destinato a instaurare una dinastia nel circuito (con il solo Carlos Alcaraz al suo livello), si aprono due fronti di dibattito. Il primo, tutto italiano: l'altoatesino diventerà il più grande sportivo italiano di sempre? Secondo, internazionale: secondo molti commentatori, il tennis di Sinner è talmente solido e inscalfibile da far rischiare la "tirannia della noia", anche a causa di rivali non ancora all'altezza, e c'è chi rimpiange la "classe pura" di Sua Maestà Roger Federer.
Crolla (e non si unisce alla festa): un pazzesco gesto in tribuna dopo il trionfo di Sinner
Panatta, che negli anni Settanta ha scritto pagine memorabili del nostro tennis conquistando Roland Garros e Coppa Davis nel magico 1976, ha accettato con gioia il "sorpasso" ai suoi danni del giovane erede e non passa torneo senza celebrarne le gesta, a differenza di un Nicola Pietrangeli, pioniere azzurro, che a 90 anni non manca mai qualche commento puntiglioso se non proprio velenoso.
“E' stata una finale a senso unico - sono le parole di Panatta dopo la vittoria di Jannik sull'americano Taylor Fritz a Flushing Meadows -.E poi vogliamo parlare della dedica alla zia dopo che hai vinto uno Slam? Questo omaggio rende perfettamente il senso della grandezza di questo giocatore. Jannik è sempre perfetto, non sbaglia mai e questo si riflette in campo: mai un’imprecazione o un gesto di stizza. E’ la perfezione fatta persona".
"L'unico record che Sinner non potrà mai prendermi". Pietrangeli scatena l'inferno: Italtennis nel caos
Il salto tecnico e mentale rispetto alla scorsa stagione è evidente: “Spero che faccia una lunghissima e bellissima carriera perché, sai, oggi i tennisti sono sollecitati molto di più fisicamente perché si gioca più veloce e in modo più violento.Sinner ha avuto qualche problemino in passato, ora lo vedo irrobustito, cammina più da uomo che da ragazzo. Fino a un anno fa camminava 'da pischello' e giocava benissimo, ora è un uomo che domina le situazioni. La crescita è stata soprattutto mentale".
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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