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Jannik Sinner, il colpo devastante: Fritz annichilito, occhio alla reazione del pubblico

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Ci ha provato, Taylor Fritz, ci hanno provato i tifosi americani assiepati nelle tribune dell'Arthur Ashe cullati dal sogno di vedere la prima vittoria di un tennista a stelle e stresce sul cemento di casa di Flushing Meadows dai tempi di Andy Roddick, nel 2003. Ma, semplicemente, Jannik Sinner è stato "troppo".

Troppo intelligente, troppo freddo, troppo furbo, troppo preciso. Soprattutto, il 23enne di San Candido numero 1 del ranking Atp ha troppa classe in più rispetto al pur bravo Fritz, numero 12. Taylor ha lottato cedendo i primi due set per 6-3 6-4, poi a metà del terzo, mosso dalla disperazione, ha provato a forzare ogni pallina inducendo l'altoatesino a qualche errore inusuale (per lui). Gli spalti si sono riaccesi d'entusiasmo, Fritz si è caricato e ha esultato platealmente, come quando al termine di un bellissimo scambio ha timbrato uno spettacolare "smash" in faccia al rivale favoritissimo. 

 

 

 

Ma come per Jack Draper, in semifinale, l'equilibrio è durato poco e alla fine si è fatto sentire inevitabilmente lo sforzo, quasi inumano, di tenere testa a quella macchina da tennis che è oggi Sinner, frustrante per qualsiasi avversario quasi sempre "rimbalzato" dal muro di gomma azzurro.

 

 

 

Una prova? Siamo sul 3-2 per l'italiano e con Fritz al servizio. L'americano spinge, Sinner si difende senza apparente fatica e poi, al nulla, quando lo scambio non è ancora decollato, piazza un dritto a incrociare. Un lampo, più che un colpo, con la pallina che cade violentissima all'incrocio delle righe strappando al pubblico un "ohhh" di meraviglia e gli sghignazzi dei telecronisti, sinceramente sorpresi. "Oggi Jannik scivola su un cuscinetto d'aria", scrive il profilo X degli Us Open, condividendo l'highlight. E scivola anche verso la vittoria del suo secondo slam stagionale.

 

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