Jannik Sinner, il veleno di Taylor Fritz: "Un po' più di coerenza..."
Sarà Taylor Fritz a sfidare Jannik Sinner nella finale degli Us Open in programma domenica. Il californiano numero 12 del ranking Atp l'ha spuntata nel derby tutto americano di Flushing Meadows contro Frances Tiafoe, superato dopo una battaglia di 3 ore e 18 minuti in 5 set in rimonta (4-6, 7-5, 4-6, 6-4, 6-1 il punteggio). Sarà la prima finale Slam della carriera, la prima di un americano agli Us Open dal 2006, quando Andy Roddick fu sconfitto da Roger Federer.
Domani "sarà un giorno speciale", ammette Sinner, decisamente emozionato e soddisfatto in vista del suo secondo appuntamento con la storia. Sono passati poco più di sette mesi dalla finale degli Australian Open, ma a certe emozioni non ci si abitua mai. La vittoria contro il britannico Jack Draper per 3 set a 0 lo ha reso il primo italiano a raggiungere la finale degli Us Open: "E' una bella sensazione - ha dichiarato il numero 1 del mondo nella conferenza riportata da Supertennis.tv - Ho fatto tanti buoni risultati tra Melbourne e New York, ho passato tanti momenti positivi, tanti momenti di difficoltà, momenti non semplici. Tutte le finali, in qualsiasi torneo, sono speciali ma ovviamente quelle del Grande Slam sono diverse. Sono davvero contento di avere un'altra opportunità".
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La sfida in semifinale con Draper, e il modo in cui è uscito da alcuni momenti di difficoltà, sono la dimostrazione della sua forza mentale: "E' stata una partita complicata - l'analisi del match con il tennista britannico -, lui ha giocato benissimo, in particolare nei primi due set. Poi, con il passare dei minuti, è calato un po' fisicamente; forse ha accusato anche un calo mentale visto che era sotto di due set a zero. Io ho cercato di stare lì mentalmente, ho provato a muoverlo e a pressarlo di più, ho cambiato un po' le carte in tavola. Credo di aver gestito in modo intelligente le situazioni, posso essere contento di come è andata".
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Nel frattempo, sui social, stanno rispuntando fuori le dichiarazioni del suo prossimo avversario sul caso Clostebol e la mancata squalifica per doping di Sinner. "Tutti hanno un punto di vista, ma alla fine non conta molto perché la verità la sanno solo lui e il suo team - spiegava Fritz ai giornalisti a fine agosto -. Voglio credere che l’intera indagine sia stata svolta nella maniera corretta. Però - aggiungeva - vorrei dire che ci sono tante persone che vengono sospese e non possono giocare per un determinato periodo per il solo fatto di saltare i test. Certo, saltarli tre volte è abbastanza difficile ma ci sono delle situazioni bizzarre in cui può succedere".
"Tante persone sono sospese per ragioni sfortunate - concludeva l'americano -, in questo caso credo sia stato diverso non essendo avvenuta la sospensione. Credo nel fatto che non ci sia stato nulla di volontario. Penso solo che bisognerebbe essere più coerenti su tutta la linea, fra chi viene sospeso e chi no, fra chi viene squalificato e chi no".