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Sinner, lo sfida Draper: "Gli tiravamo le palline addosso, era il meno forte"

Roberto Tortora
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Adesso che le colonne d’Ercole sono state superate (in questo caso Daniil Medvedev), per Jannik Sinner si aprono le porte della semifinale di US Open, traguardo mai raggiunto prima d’ora.

Venerdì, all'Arthur Ashe, l’altoatesino sfiderà il 22enne britannico Jack Draper, 25mo della classifica ATP, anche lui per la prima volta al penultimo atto del torneo americano. Al contrario di Medvedev, con cui c’è rivalità autentica, Draper è un amico di Sinner e la sfida tra i due sarà, perciò, ancor più emozionante.
Nonostante ciò, Draper non è stato carino con il nostro numero 1, ricordando gli esordi: "La prima volta che ci siamo incontrati era in un torneo Under 18. Penso di averci giocato contro in un doppio ITF di Categoria 1. Non lo conoscevo, ma è stato in un certo senso strano seguire il suo percorso, perché da junior Jannik non era un giocatore tra i migliori, tra i più considerati. Mi ricordo appunto di quel doppio e di come ci eravamo dati come strategia di tirare su di lui, perché non era il miglior giocatore in campo. Ovviamente, poi, le cose sono cambiate e sono cambiate velocemente".

 

 

 

"Dal Challenger di Bergamo è entrato in Top 20 davvero molto rapidamente - sottolinea ancora Draper -, mentre noi continuavamo a essere 300 o 400 del mondo. Così, da lì, l'ho sempre seguito, perché tra l'altro è un ragazzo incredibile, molto educato e che è positivo per il nostro sport. Ovviamente il suo tennis è incredibile. E così – continua nel racconto Draper - quando sono arrivato anch'io nel tour ci siamo sempre salutati negli spogliatoi ogni volta che ci siamo incrociati e ci siamo sempre tenuti in contatto con qualche messaggio. Ovviamente essere entrambi giovani ci aiuta, anche perché giochiamo questo sport che ha un sacco di alti e bassi dal punto di vista emotivo ed emozionale che non è facile da gestire, ci sono un sacco di momenti duri".

 

 

 

Poi, però, Draper raddrizza il tiro: "Quindi sì, è iniziata scrivendoci qualche messaggio nei momenti negativi, ma anche nei momenti positivi. È stato bello giocatore con lui il doppio a Montreal, è stata un'esperienza bella e al tempo stesso strana condividere il campo con qualcuno di così forte. Alla fine abbiamo fatto un buon doppio e magari ci sarà di nuovo modo di ripetere la cosa in futuro. Come persona Jannik è gentile, divertente e genuino e penso sia una cosa ancor più importante questa che essere un grande giocatore. Al tempo stesso però lui è anche un giocatore incredibile, dunque è positivo per questo sport".

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