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Inter, i 3 motivi per cui la squadra di Inzaghi gioca sempre meglio

Claudio Savelli
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Che l’Inter giochi straordinariamente bene è ormai chiaro a tutti quelli che guardano le partite e ne capiscono qualcosa, ma perché gioca così bene? Ecco perché, in un’estrema sintesi che non può fare giustizia alla complessità del calcio proposto dai nerazzurri.

1) L’Inter è una squadra stratificata.
Gli ultimi tre progetti tecnici non hanno cancellato i precedenti, da sette anni è un costruire sopra basi solide. È una cosa rara, l’arrivo di un nuovo allenatore di solito coincide con una rivoluzione rispetto alla gestione precedente perché questa era esaurita, invece la guida di Spalletti e quella di Conte avevano ancora qualcosa da dare quando sono terminate, così come- ovviamente - quella in corso. Non c’è mai stata una tabula rasa ma una stratificazione costante, e in questo passaggio Inzaghi è stato magistrale: non ha solo preservato una struttura ma l’ha valorizzata, evoluta, elevata nel tempo, in modo organico, un passo alla volta senza mai strappare.

2) L’Inter è una squadra funzionale.
Non solo ogni giocatore in rosa ha caratteristiche utili allo sviluppo del gioco ma non ci sono elementi che obbligano l’allenatore a un compromesso (vedi, ad esempio, Dybala nella Roma o Leao nel Milan), a piegare l’idea per esaltare il miglior singolo. Semmai i nerazzurri sono tutti grandi singoli che esaltano l’idea e si esaltano in essa (vedi le difficoltà che ad esempio gli azzurri riscontrano poi in Nazionale). Il merito è di Ausilio che, fissato il ruolo in cui c’è esigenza, seleziona il giocatore che ha caratteristiche adatte, rendendo tutti utili e nessuno indispensabile.

3) L’Inter è stata capace di allacciare una relazione con il suo pubblico
Accade sempre quando il gioco raggiunge picchi così elevati perché diventa l’identità stessa del club. I tifosi si identificano in questo stile e ne vanno fieri. Il fatto che il gioco di rotazioni e interscambi dell’Inter sia rivoluzionario ma la critica italiana ancora non lo riconosca come tale (molto spesso perché non possiede le competenze necessarie) solidifica ulteriormente questo legame.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Fabrizio Biasin (@fabriziobiasin)

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