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Jannik Sinner, ecco che fine hanno fatto gli invidiosi: beffa clamorosa

Leonardo Iannacci
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«In campo tutto ok, sto ritrovando la totale serenità giorno dopo giorno». Jannik Sinner sorride e fila come un treno in corsa fra i grattacieli di New York, infilando diritti vincenti per esorcizzare tutti i rovesci legati agli ultimi mesi dai quali il ragazzo di Sesto è uscito più forte e uomo che mai. Nel terzo turno di Flushing Meadows ha regolato, anzi destrutturato l'australiano Christopher O'Connell, numero 87 della classifica mondiale, già superato quest'anno sul cemento di Miami in due set. Ieri sera il numero 1 del mondo, in crescendo di forma rispetto alle prime due uscite sul cemento newyorchese, ne ha giocati tre di set e l’ha vinti tutti (6-1, 6-4, 6-2) con una facilità irrisoria, quasi fossero l’uno contro l’altro il maestro di un circolo e l’ultimo allievo.


La dittatura del primo set, allorchè Jannik ha strappato per due volte il servizio all’aussie insistendo con una diagonale che faceva male, ha aperto la strada. Sinner è apparso subito disinvolto in campo, agile negli spostamenti e sempre pronto ad armare il suo bazooka che faceva danni. Risultato: un 6-1 devastante. Appena più combattute la seconda e la terza frazione dove O’Connell ha cercato di difendersi, perdendole però entrambe per altrettanti break che hanno segnato il risultato: 6-4 e 6-2.

FAVORITO ASSOLUTO
Sinner si è così qualificato per gli ottavi di finale approdando alla seconda settimana dello slam americano e lo ha fatto indossando i galloni del favorito assoluto. Prima dell’eventuale finale che lo potrebbe vedere opposto a Zverev, il più accreditato a dargli fastidio è Medvedev, nei quarti. Tutti gli altri mammasantissima sono già usciti fra lo stupore generale. Chi rappresentava una reale minaccia sul cammino di Jannik è già tornato a casa, cazziato e battuto da tennisti che non veleggiano di certo fra le prime posizioni del ranking. Stiamo parlando di rivali al limite dell’inimicizia visto le loro ultime uscite per l’affaire-Clobesol. Ad esempio Tallon Griekspoor: l’olandese è stato eliminato da Arthur Cazaux. Alcaraz, invece, è tornato in Spagna in preda a una crisi di nervi per la pessima partita persa contro Botic van de Zandschulp (amicissimo di Sinner che, peraltro, aveva già fatto fuori di Denis Shapovalov, altro nemico giurato di Jannik). Re Djokovic, invece, è stato umiliato da Alexei Popyrin, numero 28 del seeding, con il punteggio di 6-4, 6-4, 2-6, 6-4.

Dopo il ko, forse per farsi perdonare la freddezza mostrata nella vicenda doping, Nole ha lasciato New York pronosticando: «Ora Jannik è il favorito numero 1 per vincere Flushing Meadows». È comunque scoccata la fine di un’epoca d’oro contraddistinta dalla dittatura dei celeberrimi Big Three: perla prima volta dal 2002, difatti, una stagione di tennis si chiude senza un timbro nei Major di uno tra lo stesso Nole, Nadal e Federer. Purtroppo fra coloro che sono tornati a casa in anticipo c’è anche Lorenzo Musetti, sconfitto nella notte fra venerdì e sabato da Brandon Nakashima in quattro set (6-2 3-6 6-3 7-6). Si consoli, Muso: avrà tempo per preparare al meglio le sfide di Coppa davis a Bologna (10-15 settembre).

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