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Jannik Sinner, Berrettini: "Dopato? Impossibile"

Leonardo Iannacci
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Nuovi coriandoli e anche strani strascichi sul caso doping di Jannik Sinner a poche ore dal via degli US Open. Nole Djokovic e Carlitos Alcaraz hanno commentato freddamente il caso-Clobesol che ha coinvolto il numero 1 del mondo («Non c’è coerenza nelle regole sul doping», ha detto il serbo mentre lo spagnolo: «Se hanno permesso a Jannik di giocare è per un motivo. L’hanno dichiarato innocente, è tutto quello che posso dire») il fisioterapista Giacomo Naldi che, nel 2022, si legó insieme all’amico Umberto Ferrara e ad Andrea Cipolla al campionissimo di Sesto Pusteria, è uscito allo scoperto. Ha detto la sua sul caso ormai abbondantemente chiuso, come ha peraltro confermato la prestigiosa rivista New Yorker pubblicando a proposito di Sinner e del momento felice del nostro tennis: «L’Italia vanta il numero 1 del mondo e tanti giocatori in Top 40 quanti gli Stati Uniti. Non è un caso. Brava la Federazione italiana anche con il Progetto Campo Veloci che ha aiutato i giovani e le giovani tenniste italiane cresciute sulla terra rossa a migliorare su cemento ed erba». Nell’articolo del New Yorker è stato anche intervistato il ct dell’Italtennis, Fabio Volandri che ha spiegato: «Stiamo cercando di cambiare l’identità dei nostri giocatori. Ci alleniamo per il tennis moderno. Ecco perché abbiamo atleti che, per stile di gioco, non sembrano italiani». Ma torniamo a Naldi, implicato nel massaggio che ha portato all’indagine di doping dalla quale è poi stato assolto il numero 1 del mondo che debutterà mercoledì a Flushing Meadows contro l’americano McKenzie McDonald: Giacomo è uscito allo scoperto, stanco di leggere falsità sull’intera vicenda.

GRUPPO
Dapprima ha ringraziato Jannik e i suoi compagni di viaggio per i mesi di grandioso tennis che ha vissuto: «Un anno e mezzo fa mi sono unito a un gruppo di lavoro fantastico, composto da brave persone, grandi professionisti, compagni di viaggio. Con loro ho vissuto momenti di gioia e dolore, condiviso emozioni, assaporato vittorie e sconfitte. Con le persone di questo gruppo, ho creato un legame forte, ma soprattutto ho potuto raggiungere traguardi storici, che ci hanno portato nella storia del tennis italiano. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo grande Team, consapevole di aver dato il massimo, di essere stato professionale al 100% ma anche di aver dato di più, perché quando ci metti il cuore è certo che dai di più». Poi ha espresso il suo dolore dal distacco: «Fa male pensare di non esserne più parte, dura non essere nel box e tifare per Jannik, ma dovrò abituarmici in fretta. Grazie Jannik e in bocca al lupo, per una grande carriera, sei un campione. Keep hunting!».

Infine Naldi ha detto la sua sullo sgradito trattamento riservato da media e social: «È proprio vero che esistono due binari della giustizia: quella vera sancita dai Tribunali e quella (purtroppo più efficace) sancita dai media. Quest’ultima troppo spesso superficiale e raramente basata sui fatti concreti, che in questo caso, peraltro, sono pubblici. Da spettatore mi sono sempre chiesto quale fosse l’obiettivo di spettacolarizzare le vicende giudiziarie, se non quello di giudicare, creare o distruggere le persone e la loro reputazione. Oggi che ne sono protagonista, ne ho la conferma».

Fra questi «distruttori di persone e reputazioni» non c’è Libero. In privato ne abbiamo avuto da Giacomo Jack Naldi, la piacevole conferma. Ieri, in serata, è anche giunta l’ennesima parola di conforto per Sinner da parte dell’amico Berrettini che oggi debutta a Flushing Meadows contro Ramos-Vinales mentre Musetti, Darder e Nardi giocheranno rispettivamente contro Opelka, Baez e Bautista-Agut. Matteo è intervenuto per difendere l’amico: «Jannik è innocente, è stato solo un errore. E lui ha gestito benissimo la cosa». Ai microfoni di Sky Sport, che insieme a Supertennis trasmetterà nottetempo l’US Open, The Hammer ha aggiunto: «Abbiamo parlato negli spogliatoi, solo guardandoci negli occhi abbiamo capito quanto sia stato difficile gestire questa situazione. Anche in questi giorni qui a New York sta gestendo il tutto in modo egregio. Gli ho fatto i complimenti».

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