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Sinner e il doping, la rabbia di Moraschini: "Casi identici, io squalificato e lui no"

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"L'antidoping ha un sistema giustamente ferreo. Poi però ogni singolo caso viene trattato con la soggettività di chi lo giudica": a dirlo Riccardo Moraschini, giocatore di basket di Cantù che nel 2022, quando era all'Olimpia di Milano, fu squalificato per una positività al Clostebol, la stessa sostanza trovata in minime quantità nel tennista Jannik Sinner. Quest'ultimo è stato giudicato innocente perché entrato in contatto col farmaco in maniera involontaria: era stato il suo fisioterapista a usarlo per curare un dito ferito.

Proprio la stessa cosa capitata a Moraschini. Anche nel suo caso si trattò di contaminazione esterna: era la sua ragazza che usava il farmaco. Lui, però, a differenza dell'altoatesino, non è stato scagionato. A raccontare la sua storia è stato lui stesso a La Repubblica. In particolare, ha spiegato che all'epoca fu sospeso per tre mesi e mezzo in attesa del giudizio e poi squalificato per un anno, nonostante il riconoscimento da parte del giudice dell'involontarietà dell'assunzione. 

 

 

 

"Lo sport è uno solo, i regolamenti del doping non possono essere trattati a seconda dei casi - ha detto Moraschini -. Perché io perdo tre mesi e mezzo di stagione e un altro no? Il mio caso e quello di Sinner sono identici: quantitativo bassissimo, ricondotto a contaminazione esterna. Entrambi siamo stati riconosciuti non consapevoli che una persona vicino a noi usava il farmaco preso in farmacia. Ma io ho pagato con un anno di squalifica e con la sospensione". Sul momento in cui è venuto a conoscenza della notizia, infine, ha raccontato: "Ero ad allenarmi, mi ha scritto la mia ragazza perché aveva letto la notizia. Era furiosa. Io ho letto, ho guardato rapidamente anzi. Mi è venuto da ridere: ma già sapevo quanto fosse sbagliato questo sistema che mi ha rovinato la carriera, economicamente e sportivamente: quando mi hanno trovato positivo giocavo nella squadra più importante d’Italia e nella lega più importante d’Europa”.

 

 

 

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