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Eriksson, il video da brividi: "Non dispiacetevi, sorridete per me. Addio"

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«Ho avuto una bella vita, sì. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo, ma la vita riguarda anche la morte». Sven-Goran Eriksson non era banale da allenatore e non lo è nemmeno nel suo ultimo viaggio. L’ex allenatore svedese, amatissimo dagli appassionati di calcio di tutto il globo (d’altronde Eriksson ha allenato un po’ ovunque: dall’Italia all’Inghilterra e al Portogallo, dalla Cina e dal Messico all’Arabia Saudita e alla Costa d’Avorio, passando per le Filippine e la Thailandia), ha deciso di salutare il mondo attraverso un commovente documentario a lui dedicato, che uscirà presto su Prime Video.

Già il gennaio scorso l’ex tecnico 76enne aveva raccontato in Svezia di avere un tumore al pancreas in fase terminale, dichiarando di avere «nella migliore delle ipotesi» ancora un anno di vita. «Spero che alla fine la gente dirà, sì, era un brav’uomo, ma non tutti lo diranno. Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi, sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori, il pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela. Addio» le parole dello svedese registrate proprio per il trailer di Sven, il titolo del documentario a cui hanno partecipato tante stelle del calcio inglese come David Beckham e Wayne Rooney. Insomma, in un momento tanto delicato quanto difficile, Eriksson sceglie di mandare un messaggio positivo al prossimo, un monito, per ricordarci di non perdere tempo dietro alle stupidaggini, ma di vivere il momento, perché la vita è dannatamente breve. Un documentario, dunque, da vedere per tutti gli amanti del pallone e non solo. Sven, tra l’altro, non è l’unica iniziativa di Eriksson per il suo addio alla vita. L’allenatore, infatti, negli ultimi mesi ha deciso di far visita in alcuni degli stadi che lo hanno visto protagonista nella sua carriera, compresi l’Olimpico di Roma e Marassi a Genova.

Lo svedese, infatti, ha trascorso tanti anni nel Belpaese, approdandoci per la prima volta nel 1984, per guidare la Roma. Poi, dal 1987 al 1989 l’esperienza alla Fiorentina e, ancora, i cinque anni alla Sampdoria tra il 1992 e il 1997 e i quattro anni alla Lazio dal 1997 al 2001, con la ciliegina sulla torta rappresentata dallo Scudetto conquistato nel 2000 (ma nella sua esperienza italiana ci sono anche 2 Supercoppe italiane, vinte sempre alla Lazio, e 4 Coppe Italia, di cui 2 con i biancocelesti, una con la Roma e una con la Sampdoria). Ecco, l’essenza di Eriksson sta nel come sia riuscito a mantenere un ottimo ricordo in entrambe le sponde di Roma, nonostante appunto il delicato passaggio in biancoceleste dopo aver guidato i giallorossi. Merito del suo carattere da gentiluomo, sempre educato, difficilmente sopra le righe. «Ho avuto una vita non normale, sicuramente bella conclude l’ex allenatore nel trailer - forse troppo bella. E in qualche modo dovevo scontarla».

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