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Sinner, il Telegraph ci va giù pesante: "Perché l'antidoping ha perso credibilità"

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"L'antidoping ha perso credibilità dopo il silenzio su Sinner": il Telegraph ci va giù pesante sul caso del tennista italiano, travato positivo a una sostanza vietata dal circuito Atp, l'anabolizzante Clostebol, ma subito scagionato. L'altoatesino 23enne, infatti, sarebbe entrato involontariamente in contatto con una pomata attraverso le mani del suo fisioterapista, che la metteva per curare un dito ferito. Il campione e numero uno del mondo, insomma, non ha alcuna responsabilità. 

Il tabloid, però, pone l'accento sul fatto che la notizia risalga a marzo e che sia venuta fuori solo adesso. Riferendosi alle reazioni dei colleghi di Sinner, come l'australiano Nicholas Kyrgios che ha addirittura invocato una squalifica di due anni, l'autore del duro articolo, Oliver Brown, ha scritto: "Ci si poteva aspettare solidarietà dai suoi colleghi. Invece la reazione dominante nel tennis all’assoluzione di Jannik Sinner, cinque mesi dopo che l’italiano è risultato positivo a due test antidoping, è stata di pura rabbia".

 

 

 

Nel testo, il giornalista del Telegraph ha poi aggiunto: "L’assoluzione dell’italiano solleva la questione se ci sia una regola per le superstar dello sport e un’altra per i giocatori di rango inferiore". In ogni caso, i legali di Sinner hanno già spiegato che il campione non sapesse che il suo fisioterapeuta avesse acquistato un prodotto contenente clostebol, e che lo aveva utilizzato per trattare un taglio sul suo dito. Il tribunale indipendente che ha valutato il caso ha così decretato che la positività del tennista fosse solo frutto di un trasferimento casuale della sostanza.

Per il Telegraph, però, ci sarebbe stata disparità di trattamento, per esempio, con la tennista inglese Tara Moore: "Ha superato una volta il primo turno di Wimbledon, nel 2016. Sei anni dopo, il mondo della britannica è crollato, quando è risultata positiva agli steroidi vietati boldenone e nandrolone in un torneo a Bogotà. L’International Tennis Integrity Unit alla fine l’ha scagionata – ha accettato la sua tesi che aveva semplicemente mangiato la carne di bestiame dosato con steroidi – ma dopo diciannove mesi di calvario reputazionale".

 

 

 

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