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Jannik Sinner, un tesoro da oltre 68 milioni di dollari: ecco cosa sta per giocarsi

Leonardo Iannacci
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Una volta si andava tutti a Forest Hills, l'elegante ed esclusivo centro che aveva anche ospitato, nel lontano 1965, un incredibile concerto dei Beatles. Poi, dal 1978, il quarto slam stagionale, ovvero l'US Open, è stato spostato a Flushing Meadows che è un parco pubblico situato a New York, nel distretto del Queens. La differenza fu sostanziale: prima Laver, Borg, Connors, Panatta e i grandi tennisti di quegli anni si scambiavano diritti e rovesci sulla terra di Forest Hills, dal 1978 lo slam americano si disputa su superfici in cemento che hanno sconvolto la tradizione. Difatti dei quattro slam, uno si disputa sull'erba (il londinese Wimbledon), uno sulla terra rossa (il parigino Roland Garros) e ben due sul cemento: l'Australian Open a Melbourne e l'US Open newyorchese.

Flushing Meadows è l'obiettivo dei big attuali impegnati nell'Ohio, a Cincinnati, primo fra tutti il nostro Jannik Sinner che sta affinando la forma, non ancora perfetta, per giungere al 100% a Flushing Meadows. Uno slam che, essendo in America, ha sconvolto ancora una volta il mondo del tennis. Prima di tutto per il montepremi: se un mese fa Wimbledon aveva stupito fissando a 58.900.000 euro il totale dei compensi dati a tutti giocatori in tabellone, gli americani hanno controbattuto con una cifra mostre per l'US Open 2024.

 

 

Il montepremi annunciato è di 68.293.000 euro, dieci milioni in più rispetto allo stesso torneo del 2023, con un aumento che si aggira sul 15%. Chi esce subito verrà compensato con 91.000 euro ma chi vince si metterà in tasca la somma di 3.3 milioni di euro mentre lo scorso anno Nole Djokovic che proprio a New York toccò il tetto dei 24 Slam vinti in carriera, portò a casa un assegno di "soli" 2.7 milioni.

Nessun italiano è mai riuscito a vincere gli US Open, sia in versione Forest Hills che Flushing Meadows. Ci andò vicino Adriano Panatta nel 1978 contro Jimmy Connors, ma alzò le mani nei quarti al termine di una partita epica persa al quinto set. Jannik Sinner si fermò anche lui ai quarti dopo aver ceduto ad Alcaraz nel 2022. Stacey Allaster, direttrice del torneo, non ebbe dubbi: «Questa fra Jannik e Carlitos è la miglior partita che abbia visto in vita mia, un incredibile livello».

Quest'anno le novità degli US Open non si fermano al montepremi: la finale verrà giocata nel campo centrale che è lo stadio per il tennis più capiente del mondo: intitolato ad Artur Ashe, il grande tennista di colore che morì di Aids in seguito a una trasfusione sbagliata in ospedale, l'impianto vedrà gli spettatori liberi, entro certi limiti, di muoversi mentre i tennisti stanno giocando e stessa cosa sarà permessa allo stadio accanto dedicato a Louis Armstrong, il re della tromba jazz. La ritualità del celebre "quiet please", ovvero del silenzio assoluto sarà infranta.

Chi vende hamburger e bibite durante le partite sarà contento e farà affari d'oro. I giocatori, poi, avranno la possibilità di richiedere una sorta di Var chiamato video review (VR): ovvero di controllare un'eventuale chiamata sbagliata in seguito a un accertato malfunzionamento dell'Occhio di Falco che controlla se la pallina è dentro o fuori dal campo. Il torneo inizierà lunedì 26 agosto e si concluderà domenica 8 settembre con la finale maschile.

Quattro gli italiani iscritti come teste di serie, ed è un'ottima notizia per il nostro tennis: Sinner ovviamente, poi Musetti, Arnaldi e Cobolli. Completeranno la spediziuna azzurra Darderi, Berrettini, Sonego, Nardi e Fognini. Jasmine Paolini capeggerà le donne da testa di serie numero 5 con Cocciaretto, Bronzetti, Errani e Trevisan. Giovedì 20 il sorteggio. Poi sarà festa, all'americana. Questa edizione di Libero è stata chiusa alle 22.30, pertanto non dà conto del risultato del match tra Jannik Sinner e Alexander Zverev, semifinale del Masters 1000 di Cincinnati. Cene scusiamo con i lettori.

 

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