Napoli: Antionio Conte ha già il mal di pancia, cosa può accadere
L’indole di Antonio Conte è emersa in purezza, finora contenuta dal desiderio di farsi percepire diverso rispetto al passato. Perché quell’irruenza gli era costata la diffidenza di molti club, terrorizzati dall’idea di ingaggiarlo per poi doversene in qualche modo pentire. Ma ogni sforzo si inginocchia di fronte all’insorgere della vera essenza e alla fine Conte si è arreso alla sua solita debolezza. Non è esploso, anzi, chi lo conosce sa quanto in realtà si sia anche trattenuto nel tentativo di essere almeno misurato in quella molesta richiesta di rinforzi. Ma erano tutti li ad attenderlo e quando ha alzato la voce, Conte ha trovato migliaia di orecchie tese all’ascolto: «Stasera è stato un bel bagno di realtà per tutti. Dobbiamo lavorare ancora tanto, sia io sul campo, sia il club. Ci sono delle cose oggettive e non si può far finta di niente. Sono arrivato con grande entusiasmo e so che ci sono dei paletti. Non possiamo superare una certa soglia per quanto riguarda gli ingaggi, stesso discorso per i cartellini e poi tanti calciatori non vogliono venire a Napoli perché non disputiamo le Coppe. Voglio rinforzi perché ne abbiamo bisogno».
E allora eccola qui la risposta a chi si chiedeva quanto potesse durare il sereno tra Conte e De Laurentiis, non siamo certamente di fronte all’irrimediabile rottura, ma quelli lanciati dall’allenatore sono segnali di insofferenza non trascurabili. L’equivoco maggiore riguarda Osimhen (25), l’unico fascicolo su cui Conte ha accettato di non poter mettere mano al suo arrivo, per via di precedenti accordi tra il calciatore e la proprietà. Ma queste offerte non arrivano e la mancata cessione del nigeriano blocca il mercato. In particolare frena l’arrivo in azzurro di Romelu Lukaku (31), designato sostituto di Osimhen.
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Questo stallo innervosisce Conte, che da giorni spinge per un’accelerata. Il tecnico vorrebbe intanto iniziare a lavorare con Lukaku, ma dal club non arrivano grandi segnali di apertura. Mancano inoltre all’appello un portiere e due centrocampisti, con Gilmour (23) e Brescianini (24) che dovrebbero arrivare a vestire l’azzurro. Il calendario suggerisce che tutto sommato manca ancora molto tempo alla chiusura del calendario, fissata per la mezzanotte del 30 agosto. Ma Conte ha fretta di lavorare con la squadra al completo e certe attese le ha sempre sofferte, probabilmente perché avverte la pressione di dover fare la differenza.
La passione napoletana è un’arma a doppio taglio che ha rischiato di travolgere molti suoi predecessori e De Laurentiis si è affidato a Conte proprio per placare tutta la delusione di una piazza passata troppo rapidamente dallo storico terzo scudetto all’estromissione dalle Coppe. La scelta Conte, per De Laurentiis, è addirittura sembrata una piccola ammissione di colpe: tante volte tacciato dai suoi stessi tifosi per la gestione istrionica del club, il presidente ha fatto un passo indietro affidando la scena al tecnico salentino. Ma Conte, accanto a sé, pretende altri attori protagonisti, consapevole del fatto che un altro fallimento, dopo la brutta esperienza Tottenham, potrebbe fargli definitivamente perdere lo status di allenatore top.
Le aspettative sono alte e di conseguenza anche la pressione aumenta. Conte ha accettato una grande sfida, sarà necessario per lui riuscire a gestire la tensione di certi momenti.
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