Parigi 2024, Fabbri fregato dalla pioggia: il disastro di Giochi "da dilettanti"
In una Olimpiade sotto accusa per scarsa organizzazione e pressapochismo, spicca il disastro della finale del getto del peso andata in scena sabato sera allo Stade de France. E a fare le spese della pioggia che ha condizionato la gara, proprio come la cerimonia inaugurale di 8 giorni prima, è stato soprattutto l'azzurro Leonardo Fabbri, tra i grandi favoriti della vigilia.
Alla fine il gigante italiano è arrivato quinto, ma con gli ultimi 3 lanci di fatto impossibili perché la pedana era diventata bagnata e scivolosissima. Non a caso, al quarto lancio, Fabbri ha rischiato addirittura di infortunarsi alla caviglia e solo la prontezza di riflessi lo ha salvato da guai ben peggiori. Come sottolineato più volte dai telecronisti Rai, è inconcepibile come né il giudice né gli addetti al campo abbiano pensato di coprire la pedana da un lancio di un atleta e l'altro, o perlomeno di asciugare a terra. Tanto che è stato qualche atleta a piazzare degli asciugamani, protestando, e solo prima della sesta e ultima tornata di lanci gli addetti sono arrivati con un mocho. Roba da matti. Dopo il villaggio olimpico "invivibile" e la Senna inquinata, forse è proprio questa "distrazione" a fornire la prova tangibile di una Olimpiade quasi da dilettanti.
Al netto del disastro-pioggia, Fabbri ha in ogni caso deluso. Il fiorentino aveva superato i 22 metri lungo tutto la stagione, qui la fettuccina magica è rimasta un'illusione. Mentre gli altri lanciavano razzi - terzo oro consecutivo per il fuoriclasse statunitense Ryan Crouser con 22,90 e argento per la terza volta di fila per il connazionale Joe Kovacs con 22,15 all'ultimo turno, stessa misura del giamaicano Rajindra Campbell -, l'azzurro ha arrancato.
"Sono stati bravi Crouser e Kovacs, che hanno 32 e 35 anni e tantissima esperienza. Io ho fatto la prima Olimpiade tre anni fa e devo imparare. Li batterò a Los Angeles e spero di levargli il record del mondo quest'anno per consolarmi, è tutta la settimana che lancio sopra i 23 metri". Eppure nell'occasione più importante dell'anno ha fallito l'esame, toccando la pedana col tallone o lanciando fuori settore. E non è riuscito stavolta il "miracolo" dell'ultimo lancio, quello che gli aveva garantito la qualificazione in batteria (peraltro con la prima misura) salvandolo da una eliminazione che sembrava ormai quasi certa.
Un po' di amarezza per il primo lancio da 22.80, nullo per un tocco di tallone. "Il primo nullo mi ha gasato perché era 22,80, ma mi ha anche condizionato. Avrebbe cambiato la gara da ogni punto di vista. Purtroppo mi porto dietro questi errori e questi nulli da un po' di tempo, ma ho fatto un'Olimpiade da protagonista e posso solo essere contento. Con una medaglia sarei stato più contento, ma ho fatto il massimo". Undicesimo l'altro azzurro Zane Weir con 20,24.