Parigi 2024, Popovici smaschera Macron: "Il villaggio olimpico? Dove mangio e dove dormo"
Parigi 2024 è stata e continua a essere l'Olimpiade delle polemiche. Lo si era capito fin dai primi istanti, da quella cerimonia d'apertura dal sapore blasfemo e dissacrante. Poi la Senna, il fiume parigino troppo inquinato per fare gareggiare i nuotatori. Infine, il caso Imane Khelif, che ci ha riguardato da vicino proprio perché la sua vittoria quasi a tavolino ha segnato un turning point per lo sport europeo e mondiale. E, forse anche per la politica. Ma c'è stato un minimo comune denominatore che, in un modo o nell'altro, ha toccato tutti gli atleti presenti nella capitale francese: la pessima qualità del cibo offerto nei vari Villaggi olimpici.
Anche su questo tema il nuotato David Popovici è stato più veloce degli altri. Il nuotatore rumeno, come ha dichiarato in un'intervista a Repubblica, ci aveva visto lungo. "Ho eliminato il problema giocando d’anticipo: con il mio allenatore Adrian Radulescu abbiamo pianificato tutto più di un anno fa, scegliendo di stare in un hotel - ha confessato l'atleta -. I pasti li ho ordinati da fuori e ho chiesto al mio fisioterapista di cucinare alcuni piatti seguendo le ricette di mia madre. A Tokyo ero al Villaggio, non ho dormito bene sui letti di cartone, non ho mangiato come avrei voluto. Qui - ha poi aggiunto - abbiamo fatto diversamente ed è stata la decisione migliore".
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Un'ossessione, quella dell'atleta romeno, che non è una novità nella sua vita. Secondo Popovici, per diventare un campione è necessario "il sacrificio. L’ossessione per quello che vuoi raggiungere. Non è la cosa più salutare - ha ammesso -, ma è ciò che fa la differenza. Ci sono tanti atleti straordinari e grandiosi, ma solo alcuni si distinguono. Serve lavorare di più, dormire meno, mangiare meglio, non uscire e avere davvero una vita sociale. Tutti questi sacrifici sommati - ha poi concluso - potranno un giorno portare a dei risultati. Forse".
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