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Parigi 2024, "vado io a combattere contro Imane Khelif": chi è questo ragazzo

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"Potrei andare io sul ring a combattere contro l'algerina". Il caso di Imane Khelif diventa sempre più velenoso, ai limiti del grottesco. Oggi pomeriggio la pugile intersex algerina, che agli ottavi del torneo olimpico di pugilato categoria 66kg ha vinto per abbandono contro l'azzurra Angela Carini tra mille polemiche, se la vedrà contro l'ungherese Anna Luca Hamori. E il fidanzato della 23enne magiara lancia una provocazione che ben riassume il clima tossico che si respira intorno a tutta questa vicenda. 

"Non credo che sia regolare la partecipazione della mia avversaria in questo torneo, ma non posso farci niente, è quello che la vita mi ha portato, ma anche una questione che deve essere risolta", ha commentato alla vigilia del match la Hamori. La Federazione pugilistica di Budapest ha deciso di fare un esposto al Cio mettendo in forte dubbio la regolarità della presenza della Khelif, atleta iper-androgina dal livello di testosterone più alto del normale e che per essersi rifiutata di sottoporsi a un gender test era stata esclusa dai Mondiali Ibo del 2023.

 

 

 

"Non ho paura. Non mi interessano le storie della stampa e i social media", si è tirata fuori dalla mischia la Hamori, che dopo essersi guadagnata il posto nei quarti di finale sconfiggendo l'australiana Marissa Williamson Pohlmanv rischia di venire travolta dallo stesso livello di pressione che ha già mandato in crisi la Carini. 

 

 

 

"Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport. Inaccettabile e scandaloso", ha attaccato Lajos Berkó, membro del consiglio esecutivo federale ungherese. "Il nostro comitato olimpico ha a cuore gli interessi della nostra atleta e sta valutando quali mezzi può utilizzare per tutelare il diritto di Hamori a una competizione leale sulla base delle norme attuali".

 

 

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