Angela Carini sul match contro Khelif: "Mi sono chiesta... chi sto affrontando?"
Tutta la sua frustrazione per il match perso dopo 46 secondi contro l’algerina transgender Imane Khelif, Angela Carini l’ha sfogata in una lunga intervista a La Stampa: “Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto — le sue parole —. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta”. Nonostante tutto “ho voluto salire sul ring — ha aggiunto — .Pensavo a mio padre, che per me è un esempio di vita, e agli sforzi che ho fatto per essere qui. Questa per me era la mia Olimpiade e volevo percorrere l’ultimo chilometro”.
Salire su quel ring è stato difficile: “Ho chiesto a mio padre che è lassù di darmi forza, qualsiasi cosa succeda sarò accanto a lui”. Purtroppo però è finita troppo presto: “Mio padre e Dio hanno scelto questo percorso, per quanto mi riguarda rispetto tutte le avversarie”. Anche se al momento del sorteggio, una volta scoperta che la sua avversaria era Khelif, mi sono chiesta: “Chi sto affrontando? Poi però non tocca a me decidere — ha aggiunto —. Mi dispiace anche per lei, siamo finite in un boom mediatico. Chi siamo noi per giudicare? Per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Noi siamo atlete, non siamo giudici”.
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Sul fatto di sentirsi strumentalizzata, Carini ha detto di “voler stare solo lontana da questi discorsi”, nel frattempo che la delusione ne fa da padrone: “Sono molto demoralizzata… Sono stata una grande donna a dire ‘no’, una grande donna”. Senza però nessuna premeditazione: “Anche se mi avessero detto non combattiamo, non avrei accettato. Non mi sono mai abbattuta”. Una volta perso, Carini ha anche urlato ‘Non è giusto’: “Non è giusto perché ho sacrificato tutta me stessa per essere qui alla mia prima Olimpiade e invece non ce la facevo a combattere”. E ora il sentimento “non è di vergogna, di certo, solo perché mi sono arresa subito significa comunque che esco a testa alta”. E adesso Carini pensa al ritiro: “Dico ‘ciao’ alla boxe”, ha concluso.
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