Angela Carini, Meloni incontro il presidente del Cio: "Chiariremo il background scientifico"
Il caso di Angela Carini è scoppiato e non accenna a placarsi. Dopo la sconfitta della nostra pugile contro l’algerina iperandrogina Imane Khelif, che si è ritirata dall’incontro dopo meno di un minuto, la premier italiana Giorgia Meloni ha visto il presidente del Cio, Thomas Bach, a Parigi per parlare di questa e altre questioni: “È stato un incontro positivo, abbiamo parlato anche del caso Carini — le parole di Meloni — Siamo rimasti d'accordo di restare in contatto per 'dare il benvenuto' allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile perché lei (la pugile algerina Imane Khelif, ndr) è una donna ed ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale".
E ancora: "Condividiamo punti di vista e siamo d'accordo sul chiarire e migliorare il background scientifico di cui abbiamo parlato”, ha aggiunto Meloni, che ha presenziato all’evento insieme al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Tra i temi è stato affrontato anche il tema di Milano-Cortina 2026: "La premier Meloni — ha concluso Bach — ha confermato il pieno supporto del governo per il successo dei prossimi giochi invernali”. E sul caso Carini: “Vogliamo dare il benvenuto allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile perché lei (Khelif, ndr) è una donna ed ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale”.
In una lunga intervista a La Stampa, intanto, Carini ha spiegato che non ha mai protestato per l’abbinamento con Khelif: “Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io — le sue parole — Sono stata una grande donna a dire no. Una grande donna”. Negando però la premeditazione, accusa folle che la ha colpita dopo il match: “Anche se mi avessero detto non combattiamo non avrei accettato. Non mi sono mai abbattuta”. Anche se il suo allenatore, Alberto Burlina, ha provato ad accendere la polemica: "Si è ritirata dopo aver detto non è giusto". E Angela non si è tirata indietro: “Sì, ho detto che non è giusto. Non è giusto rinunciare a un’Olimpiade che era la mia Olimpiade. Ma non sta a me giudicare”.