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Carini-Meloni, incontro dopo il match con la Khelifi: "Otterrai quello che meriti", "Accolta come una figlia"

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Il caso del giorno. In Italia e non solo. Si parla dell'incontro di boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024 tra Angela Carini e l'atleta intersex algerina Imane Khelif. Dopo giorni di furibonde polemiche, l'azzurra si è ritirata dopo soli 46 secondi dopo i terribili colpi ricevuti dall'avversaria che fu estromessa dagli ultimi mondiali della disciplina. L'atleta infatti è stata accusata di essere transgender (anche se non c'è alcuna conferma al riguardo) e di combattere ingiustamente contro le donne. Per certo, all'epoca dei mondiali, fu estromessa per valori del testosterone non compatibili con l'essere donna, almeno stando ai parametri della federazione.

"Io ho combattuto e sono salita sul ring nonostante le mille polemiche che ci sono state, io non sono nessuno per giudicare - ha affermato la Carini in lacrime, a caldo -. Ho sentito dei colpi molto forti, sono una che anche davanti al dolore non si ferma mai. Se mi sono fermata l'ho fatto solo per la mia famiglia. Ho iniziato a sentire un dolore forte al naso (dopo il colpo subito, ndr), non è da me arrendermi, è proprio perchè non ci riuscivo, ho detto basta e messo fine al match". L'azzurra ha ricevuto un colpo diverso, in pieno volto, che le ha fatto perdere la concentrazione a causa del dolore fortissimo. Un segnale che ha portato la Carini - poi in ginocchio in lacrime al centro del ring ("ho pensato a mio padre", ha spiegato) a un'unica decisione, quella di interrompere il match ed evitare di andare oltre. "La volontà dell'atleta è principe, va sempre rispettata - ha commentato all'Agenzia Italpress il presidente della Federboxe, Flavio D'Ambrosi - Anche in questo caso l'atleta ha scelto liberamente e la sua volontà va rispettata. Più in generale, mi preme evidenziare che in futuro, ovvero nei prossimi Giochi olimpici, sarà necessario che il movimento pugilistico internazionale ritrovi una Federazione, riconosciuta dal Cio, che si occupi di attuare e far rispettare le regole tecniche della competizione agonistica del pugilato". Auspicio condiviso in serata dallo stesso Comitato Olimpico Internazionale. 

Tante le voci arrivate dal mondo della politica, a partire del premier Giorgia Meloni: "È un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa - ha dichiarato da Casa Italia, a Parigi, il premier -. C'erano anche profili legati alla sicurezza e penso anche che dobbiamo fare attenzione, nel tentativo di non discriminare, a discriminare". Il match è diventato un caso politico, da Matteo Salvini ("vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari") a Ignazio La Russa ("il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla"), passando per Eugenia Roccella ("oggi è una pagina nera per le donne, è una pagina nera per lo sport, e anche per la verità"), in tanti si sono schierati con l'azzurra. Anche all'estero, per esempio la scrittrice J.K. Rowling ed Elon Musk

E in serata si è poi appreso che la Carini ha incontrato proprio Giorgia Meloni in una stanza del Cio all'interno dell'impianto del judo. "So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa", è quanto le avrebbe detto il premier. "Mi sento abbastanza amareggiata, più che altro delusa ma la presidente Meloni si è immedesimata subito con me e mi ha accolto come una figlia. Quello che mi ha detto mi ha dato grande forza", ha poi spiegato la Carini. Parole che sono un pugno contro chi, da sinistra, la ha accusata delle peggiori nefandezze, compresa quella di un ritiro premeditato.

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