Cerca
Logo
Cerca
+

Parigi 2024, l'ora di Marcell Jacobs: il re dei 100 snobbato da (quasi) tutti

Fabrizio Biasin
  • a
  • a
  • a

Ci siamo, inizia l’atletica leggera. Questa mattina hanno marciato i nostri due campioni olimpici della 20 km e, mentre leggete, è probabile che sappiate già se Stano e Palmisano sono ancora i più forti oppure no. Ci tocca difendere la spedizione trionfale di tre anni fa, laddove l’Italia si dimostrò nazionale fortissima anche nella disciplina regina dei Giochi - l’atletica leggera, appunto - e sorprese tutto il mondo. Confermarsi sarà parecchio complicato, soprattutto in quella gara là, quella che, da sempre, si prende le copertine.

A Tokyo accadde un mezzo miracolo e ben ce lo ricordiamo: tal Marcell Jacobs si rivelò al pianeta con un successo che definire “poco pronosticabile” gli fai i complimenti. Non era mai capitato di vedere un italiano con un oro al collo nei 100 metri e, infatti, subito dopo partì la grancassa dei rosiconi: «C’è qualcosa che non va», «non ci fidiamo», oltre a illazioni, fantasie, porcherie varie. Jacobs se ne fregò abbastanza, del resto solo i fessi sprecano energie dietro agli invidiosi. Poi iniziò il lunghissimo periodo dei mormorii, i giudizi appena accennati di chi ha sempre la verità in tasca: «Gli è andata bene una volta, ma non sarà mai più all’altezza».

 

 

Jacobs anche in questo caso ha fatto silenzio, si è preso il suo tempo e, piano piano, è tornato a ragionare sulla missione impossibile: provare a confermare la medaglia più preziosa che c’è. L’approccio a Parigi 2024 non è stato perfetto, i crono neanche, ma piano piano i tempi si sono accorciati, le sensazioni sono migliorate e, oggi, Jacobs torna in pista a testa altissima (sabato le batterie, domenica l’eventuale finale).

Al suo fianco correranno ragazzotti certamente più in palla di lui, gente che ha mostrato i muscoli e tendenzialmente lo considera “Il campione olimpico uscente da congedare in fretta”. Insomma, in pochi credono in Marcell Jacobs, pochissimi. E come al solito lui se ne fotte e non si nasconde: «Sono qui per rivincere ciò che ho già vinto». Qualcuno avrà sghignazzato anche questa volta, buon segno. In fondo lo faceva anche tre anni fa. Alé Marcell, siamo con te.

 

Dai blog