Parigi 2024, la pugile trans algerina? L'inferno della messicana Tamara: "Come mi ha ridotta"
Scuote il mondo dello sport il caso dell’atleta algerina Imane Khelif, pugile trans esclusa dai Mondiali di boxe dell’anno scorso per aver fallito i test di verifica del sesso ma ammessa alle Olimpiadi di Parigi. Se da una parte c'è chi dice che vada garantita l'inclusività ai giochi, dall'altra c'è chi invece punta il dito contro le disparità fisiche che in un torneo femminile non ci dovrebbero essere.
A fornire una testimonianza sulla prestazione di Khelif è stata la pugile messicana Brianda Tamara, che ci aveva combattuto lo scorso anno: "I suoi colpi mi hanno fatto molto male. Non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini".
Parole, quelle di Tamara, che nelle scorse ore sono state riprese dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Quest'ultimo, commentando il fatto che l'algerina si batterà giovedì 1 agosto con l'italiana Angela Carini, su X ha scritto: "Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. (…) Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia “woke”!".
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Nel caso dei Mondiali, la competizione era sotto il controllo dell’International Boxing Association (Iba), il cui presidente, Umar Kremlev, spiegò il motivo dell’esclusione citando i risultati dell’analisi del Dna della pugile: "Aveva cromosomi XY“. Di qui la decisione di non farla partecipare agli eventi sportivi “in modo da garantire integrità ed equità della competizione”.
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