Parigi 2024, la furia di Malagò dopo la beffa di Macchi: "Toh, proprio i due giudici asiatici..."
Un nuovo scandalo scuote i giochi olimpici di Parigi 2024. E a pagarne il prezzo è l'Italia; nella finale del fioretto maschile, infatti, Filippo Macchi è stato letteralmente derubato dagli arbitri, che hanno assegnato la vittoria all'ultima stoccata a Cheung Ka Long, campione olimpico in carica di Hong Kong. Dopo non aver assegnato per due volte la stoccata che avrebbe chiuso la sfida, e in entrambi i casi chi sembrava averne diritto era proprio Macchi, ecco che alla terza occasione, altrettanto controversa, la stoccata è stata assegnata a Ka Long.
Ne è seguito il caos, con le vibranti proteste di Stefano Cerioni, ct del fioretto, che ha portato Macchi in pedana indicandolo mentre si rivolgeva al pubblico per dire che il vero campione era lui. Dunque, la decisione di presentare un richiamo ufficiale al Cio, un atto che certo non sortirà risultati - insomma, il risultato non cambia - ma che ha ben pochi precedenti.
A Parigi, ad assistere alla finalissima, c'era anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che intervistato dalla Rai al termine della sfida falsata ha picchiato durissimo, sottolineando come la vicinanza territoriale tra gli arbitri e Ka Long possa avere influito sull'esito nefasto della finale del fioretto. "Ultimamente andiamo meglio negli sport in cui si va con il centimetro e con il cronometro - ha premesso con rabbiosa malizia -. Ci sono sport con arbitri e giudici, bisogna rispettarli. Abbiamo fatto una protesta formale, ho parlato a lungo con il segretario generale della federazione internazionale della scherma. C'è un errore di fondo che mina la credibilità di questo sport: c'erano due giudici, uno di Taipei e uno della Corea, per una finale tra un italiano e un atleta di asiatico. I giudici sono stati sorteggiati: se il primo è di Taipei, il secondo si prende dal Lussemburgo, dalla Germania, dagli Usa... Non si prendono gli unici 2 giudici asiatici su 6, senza parlare di cattiva fede. Ma a questo punto le polemiche che vengono fuori hanno fondamento. Sono dispiaciuto, ho fatto una formale protesta. Siamo stanchi di queste situazioni", ha rimarcato.
Ma in questi giochi l'Italia ha pagato un caro prezzo da un punto di vista arbitrale non solo in pedana, tanto che Malagò a stretto giro ha allargato il discorso anche a boxe e judo: "Abbiamo visto tanti arbitraggi in tutti gli sport, hanno fatto gridare allo scandalo o quantomeno non sono piaciuti per mille considerazioni che vanno oltre la soggettività. Non si tratta di fare le vittime, si tratta di mettere in condizione la gente di non pensare poco bene... Con questo ho detto tutto", ha concluso, furibondo, il numero uno del Coni.
Oltre alle proteste in pedana, il ct Cerioni ha speso parole di fuoco nei momenti convulsi delle interviste che hanno seguito la finalissima. "Un errore ci può stare, ma tre errori su tre sono davvero troppi. Non voglio pensare a malafede, forse sono nervosi anche loro, se non incompetenti. Chiunque ho incontrato mi ha detto che è stato incredibile, compresi i nostri avversari". E ancora: "Cosa ho detto agli arbitri? Che hanno fatto un furto, gli ho detto avete deciso voi chi doveva vincere l'Olimpiade. Filippo ha tirato meravigliosamente, il campione olimpico non aveva bisogno di questi aiuti. Sta malissimo, per me l'Olimpiade l'ha vinta Macchi. Sì, il vincitore morale è Filippo, a mio modo di vedere sulle prime due stoccate (tre quelle contestate, nelle prime due i giudici non hanno preso una decisione, ndr) non c'era nemmeno un dubbio. Non capiamo il motivo delle astensioni". Dunque anche Cerioni ha confermato che "ci sarà da fare una protesta formale, non so cosa può succedere, Malagò è molto arrabbiato. Bach lo ha capito anche lui che ci sono stati errori", ha concluso riferendosi al presidente del Cio, ex fiorettista.