Jannik Sinner, fase "pruning" e devastato dalle sconfitte: cosa gli sta succedendo
Il fenomeno Jannik Sinner può essere studiato analizzando tre aspetti della sua persona: instabilità sentimentale, infortuni e sconfitte. Per quanto concerne la sua valutazione neurobiologica, l'azzurro è collocabile ancora nella cosiddetta fase di "pruning". Si tratta dello sfoltimento selettivo con cui il cervello disegna e poi stabilizza, tra infanzia, adolescenza e giovinezza (fino ai 25 anni, a volte oltre) il proprio assetto sinaptico, ovvero il correlato neurale dei tratti psicologico-caratteriali di un individuo.
Ma non c'è da allarmarsi. Altri grandi campioni prima di lui, vedi Roger Federer e Andre Agassi, hanno dovuto fare i conti con questo particolare assestamento neurobiologico. E hanno avuto un apporto umano e psicofisico da chi gli stava più vicino. Loro, col tempo, hanno creato un legame solido con le loro compagne, che li ha aiutati a performare anche nei momenti più bui. Sinner - va ricordato - ha appena conosciuto la sua Anna. Ma col tempo saprà sicuramente trarre dalla collega quella forza che gli permetterà di incidere anche quando il corpo non sembra essere sulla stessa lunghezza d'onda dela testa. Esattamente come è stato per Federer, Nadal e Djokovic. D'akltronde, mens sana in corpore sano. E viceversa!
Poi ci sono gli infortuni, quei maledetti infortuni. Sinner ha già mostrato ua certa fragilità fisica, soprattutto all'anca destra. Un problema che lo ha costretto ai box sia a Madrid sia a Roma. In aggiunta, l'altoatesino ha mostrato una preoccupante permeabilità ai patogeni. Come ricorda il Corriere, la forte influenza e la acuta tonsillite, che lo ha costretto a rinunciare a Parigi, è indice di una scarsa difesa immunitaria. Un ostacolo che però non può e non deve compromettere la sua presenza nei tornei del circuito.
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Ma non finisce qui. Il paziente Sinner mostra anche una scarsa abilità a elaborare le sconfitte. L'azzurro infatti è continuamente devastato dai "fallimenti". Dopo i dolorosi match persi contro Alcaraz agli US Open e al Roland Garros, aveva infatti dichiarato: "Ho pianto dopo aver perso contro Carlos, è e un po’ anche a Roland Garros. Ci sono sempre momenti in cui provi emozioni che non vuoi, nello spogliatoio o a volte quando sei in macchina, o anche nella stanza da albergo, da solo". Sinner dovrà presto abituarsi al sapore della sconfitta. Perdere fa parte del gioco, e dalle delusioni ci si dovrebbe rialzare più forti e carichi di prima. Ma il ragazzo si è fatto e si farà. In fin dei conti non ha ancora compiuto 23 anni.
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