Dazn sarà meno cara, ma in Francia: prezzi folli, cresce la pressione dei club italiani
Un tempo il tifoso medio italiano se la prendeva con il presidente della sua squadra, colpevole di spendere troppo poco per la campagna acquisti, o con l’allenatore, accusandolo di sbagliare la formazione ogni settimana; oggi ritrova il suo nemico in chi detiene l’esclusiva per i diritti tv del campionato: Dazn. Tra chi si scaglia contro i disservizi e chi, soprattutto, si imbufalisce per gli aumenti dei costi degli abbonamenti. Dopotutto, agli italiani puoi toccare tutto, a eccezione della mamma, del pallone e del portafoglio.
Ecco, se il servizio di streaming britannico ha, per fortuna, risparmiato le madri del Belpaese, non si è fatto alcuno scrupolo a sfidare il tifoso sugli altri due temi, chiedendogli uno sforzo sempre più importante dal punto di vista economico. Se per la stagione 2018/19 (quella di debutto, che ci ha fatto conoscere della “rotellina” più famosa del mondo), e per i successivi due anni, il costo dell’abbonamento standard alla piattaforma era di 9,99 euro al mese, il prezzo è salito notevolmente dal 2021, toccando i 29,99 euro al mese, per poi portarsi sui 40,99 euro al mese della passata stagione e raggiungere i 44,99 euro mensili che dovranno sborsare i tifosi per abbonarsi quest’anno (intanto, il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust «per la possibile fattispecie di pratica commerciale scorretta, chiedendo di verificare se le modalità di comunicazione delle modifiche tariffarie siano conformi alle disposizioni vigenti»).
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E se è vero che rispetto a quando l’esborso era di 9,99 al mese le partite visibili su Dazn sono aumentate, passando da 3 gare di serie A a giornata (le altre erano su Sky) a tutte le partite del campionato dalla stagione 2021/22 in poi, è altresì evidente come la qualità del servizio non sia salita insieme al prezzo. E vendere un prodotto a cifre che non rispecchiano la realtà non può che portare a forti malumori. Facendo una metafora calcistica, sarebbe come se una società mettesse sul mercato a 40 milioni di euro un centravanti trentenne che nell’ultima stagione ha segnato 5 gol, pretendendo che qualcuno paghi quella cifra. Insomma, non ci si può né sorprendere né arrabbiare se poi gli abbonati presentano la disdetta.
Ma come se non bastasse, a offrire all’abbonato italiano l’amaro sapore della beffa ci pensa nientemeno che L’Equipe. Leggendo il quotidiano francese, infatti, si scopre come a Parigi i vertici di Dazn abbiano deciso di rivedere verso il basso i prezzi delle offerte, stabilizzandosi sui 25 euro al mese, a differenza dei 40 euro trapelati in precedenza. Una decisione presa, secondo il quotidiano, dopo aver ascoltato i consigli di diversi futuri partner di distribuzione che li avrebbero avvisati della difficoltà di vendere un mono-prodotto sportivo a un tale prezzo. Oltre a loro, a convincere Dazn sarebbero stati alcuni presidenti di club di Ligue 1, sottolineando il pericolo di offrire un abbonamento a un prezzo considerato troppo alto, temendo l’esplosione della pirateria e il fallimento del progetto. Ironico che L’Équipe citi proprio il caso italiano, raccontando come da noi, al contrario, il prezzo dell’abbonamento continui a salire.
Ora, è evidente che Dazn non debba fare beneficenza, regalando l’abbonamento: è una società come tutte le altre e, naturalmente, deve puntare a raggiungere un utile. Forse basterebbe una migliore comunicazione verso gli abbonati, evitando inutili (nonché dannose) autocelebrazioni su quanto il servizio sia magnifico, come puntualmente tocca ascoltare dai dirigenti della piattaforma. Anche perché guardando alla cifra sborsata per aggiudicarsi il bando sui diritti tv indetto dalla serie A, pare evidente come l’abbonamento non possa essere dei più economici.
Se per il triennio dal 2018 al 2021 Dazn aveva scucito 193,3 milioni di euro l’anno perla trasmissione di 3 partite a giornata, l’investimento si è fatto di 840 milioni di euro annui per aggiudicarsi tutte le partite di serie A per il triennio dal 2021 al 2024. Un’esclusiva confermata per i prossimi 5 anni, per la bellezza di 700 milioni a stagione a cui si sommerà il 50% degli eventuali ricavi aggiuntivi di Dazn oltre la soglia dei 750 milioni.
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