Cerca
Logo
Cerca
+

Parigi 2024, la "gauche": niente ebrei alle Olimpiadi

Mauro Zanon
  • a
  • a
  • a

«Siamo a pochi giorni da un evento internazionale che si terrà a Parigi, i Giochi Olimpici. E sono qui per dire no, la delegazione israeliana non è la benvenuta a Parigi». E ancora: «Gli atleti israeliani non sono i benvenuti ai Giochi Olimpici di Parigi. Dobbiamo usare questo evento e tutte le leve che abbiamo per mobilitarci». Sono le parole di Thomas Portes, deputato-vedette della France insoumise (Lfi), ossia del partito della sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon. Parole che il deputato Lfi ha pronunciato sabato in un raduno propalestinese nella Seine-Saint-Denis, il dipartimento con il più alto numero di islamisti di Francia. Ma non è tutto. In un’intervista al Parisien, Portes ha dichiarato inoltre «che la diplomazia francese deve esercitare pressioni sul Cio affinché la bandiera e l’inno israeliani non siano ammessi durante questi Giochi Olimpici, come avviene per la Russia». Una posizione sostenuta dal suo compagno di partito Aymeric Caron, secondo cui «la bandiera israeliana, macchiata dal sangue degli innocenti di Gaza, non dovrebbe essere sventolata a Parigi». Le prese di posizione di Portes e Caron hanno suscitato un’ondata di indignazione tra i rappresentanti della comunità ebraica francese. Yonathan Arfi, presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia), ha puntato il dito contro Portes che «dal 7 ottobre legittima Hamas» e sta «mettendo un bersaglio sulla schiena» degli sportivi israeliani.

MONACO 1972
Arfi ha tenuto a ricordare gli undici atleti israeliani uccisi dai terroristi palestinesi ai Giochi Olimpici di Monaco nel 1972 per sottolineare quanto siano fuori luogo le affermazioni del deputato mélenchonista. Da Bruxelles, il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha denunciato le dichiarazioni del deputato Lfi definendole «irresponsabili e pericolose» e affermando che la delegazione israeliana «è benvenuta». Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha aggiunto che le prese di posizione di Portes «puzzano di antisemitismo», annunciando un dispositivo di sicurezza rafforzato h24 per gli sportivi israeliani, perché «dai Giochi di Monaco, ma anche più recentemente, sono particolarmente presi di mira». Nel dettaglio, gli atleti israeliani saranno protetti dai corpi d’élite della gendarmeria francese, Gign. 

 

«Ci sentiamo come emissari dello Stato di Israele. Ognuno dei nostri atleti è qui per realizzare i propri sogni, ma c’è un altro livello, di missione nazionale», ha detto Yael Arad, presidente del Comitato Olimpico di Israele, durante una conferenza stampa all’aeroporto Ben Gurion prima del volo che ieri ha portato la maggior parte della delegazione israeliana a Parigi. Secondo quanto riferito da diversi media israeliani, nel weekend alcuni atleti e le loro squadre hanno ricevuto minacce di morte e telefonate minatorie. Il primo messaggio inviato per mail era firmato da un’entità che si è identificata come «l’Organizzazione di Difesa del Popolo», che non esiste. «L’Organizzazione per la Difesa del Popolo annuncia che intende danneggiare qualsiasi presenza israeliana alle Olimpiadi – si legge nel messaggio – la lobby ebraica che controlla il Parlamento francese non deciderà più nulla (...). Pertanto, non siete invitati a Parigi 2024. Se verrete, tenete conto che intendiamo ripetere gli eventi di Monaco 1972». Oltre agli sportivi, Israele ha mandato a Parigi alcuni agenti dello Shin Bet, i servizi segreti interni dello Stato ebraico, che scorteranno e sorveglieranno in ogni spostamento gli atleti della squadra israeliana che prenderà parte alle Olimpiadi parigine.

 

RECIDIVI
Lo scorso febbraio, ventisei deputati DI France insoumise e del partito ecologista francese, Europe Écologie les Verts, avevano già inviato un reclamo al Comitato olimpico internazionale (Cio), affinché gli atleti israeliani partecipassero ai Giochi olimpici di Parigi senza bandiera, da neutrali, per punire «i crimini di guerra» che Israele avrebbe commesso a Gaza dallo scorso 7 ottobre in avanti, e affinché non suonasse l’HaTikvah, l’inno nazionale israeliano. I deputati pretendevano che alle Olimpiadi venissero applicate «a Israele le stesse sanzioni previste per la Russia e la Bielorussia».

Dai blog