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Romelu Lukaku cancella tutto dai social: un messaggio ad Antonio Conte

Renato Bazzini
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Romelu Lukaku non è più innamorato dell’Inter. E nemmeno della Roma. Ma neanche di tutte le squadre in cui ha giocato e che giurava di aver amato fin da bambino. Forse si è reso finalmente conto di amare solo sé stesso: notizia, è l’ultimo a essersene accorto. Meglio tardi che mai, comunque. Tra un allenamento e l’altro durante le ferie, lo stesso schema delle ultime estati da incomodo del Chelsea, si è preso un po’ di tempo per un altro sport: il ripulisti dei social. Nel giro di qualche ora ha fatto sparire dal suo Instagram tutti i post in cui vestiva le maglie di tutte le sue ex squadre.

Tutte, non solo Inter e Roma. Sono spariti gli scatti di inizio carriera con l’Everton, il club di Liverpool che lo ha lanciato in Premier League e per il quale ha sempre detto di nutrire amore e rispetto. Eliminate le fotografie in cui indossa la divisa rossa del Manchester United, la prima che gli ha offerto un salto di qualità. Cancellati, naturalmente, tutti i reperti delle vittorie con l’Inter, anche se erano condivise con Antonio Conte, ovvero quello che spera diventi presto di nuovo il suo allenatore.

Via anche tutto ciò che lo ritraeva in maglia Chelsea, poco importa che sia la società che ne detiene il cartellino e quindi i diritti sulle prestazioni, fino a prova contraria. E sono spariti nel nulla anche i post con la divisa della Roma che, poco meno di un anno fa, lo accoglieva come se fosse il salvatore, stendendogli ponti dorati quali uno stipendio fuori dai canoni giallorossi.

 

 

Lukaku non perde occasione per dimostrarsi quello che è: un atleta incapace di costruirsi una carriera all’altezza delle potenzialità. Potenzialità esplorate fino in fondo praticamente solo da Antonio Conte, che infatti lo aspetta a Napoli non appena Osimhen partirà verso Parigi e non per partecipare alle Olimpiadi (ci vorranno ancora due settimane di diplomazia per arrivare a un’offerta concreta).

Il mister ha posto Lukaku come condizione per essere ingaggiato e De Laurentiis è sceso a patti, nonostante non sbagli l’acquisto di un centravanti da tempo immemore e mai si sia messo a comprare un attaccante non rivendibile. Per questo è Lukaku: un costo, non un investimento. Non solo perché ha 31 anni ma proprio per la sua inaffidabilità caratteriale che lo porta a cancellare i post su Instagram come se il mondo fosse lì a guardarli, come se potesse cancellare il passato, come se fosse così importante.

Il Napoli gli ha offerto un triennale da 6 milioni netti a stagione, poco più della metà rispetto a quanto incassa Osimhen, quindi dentro il costo squadra preventivato, e poco più della metà anche rispetto agli 11 che il belga incassava nel Chelsea. Ma non è comunque cosa da poco che il Napoli conceda così tanti soldi a un 34enne, perché tanti anni avrà Lukaku quando sarà in scadenza con il club partenopeo - e chissà se allora ci sarà ancora Conte in panchina. Ora De Laurentiis e il ds Manna devono trovare un accordo con il club londinese che dalla richiesta di 40 milioni di inizio estate è sceso a 35 più bonus.

È una storia già vista e rivista prima con il tentativo di riacquisto dell’Inter, saltato per il tradimento di Romelu che flirtava con Milan e Juventus, e poi con il prestito strappato dalla Roma nei giorni finali del mercato, quando non c’erano più alternative per liberarsi di lui. Solo lo sbarco a Napoli di Conte e l’annunciatissima cessione di Osimhen hanno aperto le porte a Lukaku per l’ennesima seconda opportunità della carriera. Una serie di fortunati eventi all’interno di una vita costellata di scelte incomprensibili.

 

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