Roberto Baggio, "ridicolizzati e attaccati": la replica, una bomba su Arrigo Sacchi
Roberto Baggio è sempre stato uomo che ha preferito stare fuori dal caos, dalle discussioni, che ha osservato la vita con distacco, ma anche con attenzione. Dopo il suo ritiro dal calcio a fine 2004, non si è allenato più. È rimasto nella sua villa in Veneto, andando a caccia, godendosi la moglie Andreina Fabbi, godendosi la vita. Centellinando le interviste e le apparizioni in pubblico, scegliendo il silenzio e la riservatezza ma costretto a rispondere a distanza alle parole di Arrigo Sacchi sul rigore sbagliato a Usa ’94, che sono giunte inaspettate dall’ex tecnico del Milan alla Gazzetta e lo hanno turbato. “La differenza tra la mia Italia del 1994 e l’Italia di Lippi del 2006 che ha vinto il titolo è in un rigore — le parole dell’ex allenatore di Fusignano alla Rosea mercoledì — Roberto Baggio lo ha sbagliato, Fabio Grosso lo ha segnato”.
E Baggio? Ci è rimasto male, e ha risposto con filosofia richiamando le parole del maestro Daisaku. Nel post su Instagram, ritratto nel 1994 sconsolato dopo il rigore sbagliato di Pasadena, ha così scritto nella didascalia: “Se riusciamo in qualcosa siamo spesso invidiati — le sue parole — se manchiamo uno scopo siamo ridicolizzati e attaccati. Purtroppo le persone sono così”. Il significato della frase, per Baggio, sta nella grave mancanza di rispetto, nel falso storico. Il motivo del silenzio è che chi dopo 30 anni vuole trovarsi alibi o necessità di riconoscimento (Sacchi) non trova accoglienza nelle risposte. Quella dell’ex tecnico della Nazionale è una caduta di stile bella buona e a volte tacere sarebbe meglio nella vita, un po’ questo è il sunto del pensiero del Divin Codino. E questo Sacchi dovrebbe capirlo, mentre Baggio si sta riprendendo dalla rapina subita nella sua villa un mese fa, dato che non ha superato definitivamente l’aggressione fisica subita. Dal dolore trae forza e guarda avanti. Il suo silenzio fa più rumore delle parole di Arrigo.
"La differenza tra Roberto Baggio e Grosso": Arrigo Sacchi, la pugnalata è un caso Nazionale