Bonucci, "scappato dalla Juve". La bordata contro Max Allegri
Ha detto addio al calcio a fine stagione. Ora Leonardo Bonucci pensa alla sua prossima vista, da dirigente o allenatore. L’ex difensore bianconero e della Nazionale, che nella sua carriera ha vinto nove scudetti, cinque Supercoppe e un Europeo con la maglia dell’Italia di c.t. Roberto Mancini, si è raccontato al podcast Passa dal BSMT, svelando il suo addio al club di Madama voluto da una persona che, senza mai essere nominata, è chiaramente l’ex allenatore Massimiliano Allegri.
Una ferita che fa ancora male: “Il mio sogno era chiudere con la maglia della Juve, ma dopo più di 500 partite non ho avuto neanche il saluto che mi meritavo e merito per tutto quello che ho dato — le sue parole —. È un colpo che non mi sarei mai aspettato. Altri, che hanno fatto meno di me hanno ricevuto riconoscimenti. Io, invece mi sono sentito come se stessi scappando”.
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E ancora: “Avevo rabbia dentro di me perché avevo comunque vissuto il mobbing, era rabbia verso chi aveva preso quella decisione di mettermi fuori rosa e non verso la Juventus perché per me è sempre stata tutto — ha proseguito al podcast Bonucci —. Anche quando sono andato via è perché non volevo rappresentare un problema all'interno dello spogliatoio. Al presidente avevo detto ‘devo andare via da qui perché per tutto quello che è successo, qua non posso stare’”. Per poi aggiungere: “Per come sono fatto sarei stato deleterio per lo spogliatoio. E mi ha venduto poco rispetto al valore del calciatore di quel momento. Io me ne sono dovuto andare scappando, quasi scappando perché qualcuno aveva deciso che doveva andare così. È stata una manifestazione di un singolo che non meritavo. Mi sembra quasi uno scherzo, dopo cinquecento partite ricevere il ben servito così”.
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Bonucci ha infine guardato al futuro: “Forse il mio percorso alla Juve non è terminato — ha concluso — Quando penso di voler fare l'allenatore penso a quella panchina lì. Il sogno? Sì, di arrivare a sedermi su una panchina importante come la Juve”.