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Zlatan Ibrahimovic, "chi si muove è gay": bufera sullo svedese

Luca Beatrice
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Dai su però, datevi una calmata, godetevi la vita, l’estate, fatevi una risata. Perché montare un caso su una battuta scherzosa, scema ma scherzosa perché buona parte delle battute sceme sono scherzose, non è indice di particolare equilibrio mentale.

Così Zlatan Ibrahimovic è passato in poche ore dall’essere il nuovo dirigente del calcio italiano, capace con il carattere, il carisma, il pensiero mai troppo allineato, di apportare quel valore aggiunto che dovrebbe servire al Milan per affrontare la prossima stagione, a paria, omofobo, probabilmente reazionario e chissà cos’altro ancora. Sappiamo bene cosa è successo, insieme allo Youtuber IShowSpeed, scelto da lui in persona per avvicinare i più giovani al calcio, Ibra ha “recitato” una serie di gag a consumo social, nessuna aspirazione a diventare trattato filosofico sulla società buona e giusta.

Seduti in auto, in giro per Milano, i due hanno giocato a “il primo che si muove è gay”, restando fermi per alcuni minuti. Apriti cielo, il moralismo d’assalto che dalla carta stampata si diffonde a macchia d’olio sul web ha condannato senza appello questa gravissima goliardata dell’ex attaccante. Ma come, il Milan che fino all’anno scorso esibiva l’equilibrio e la classe di Paolo Maldini, il Milan che era stato di Gianni Rivera e Nereo Rocco (di cui forse non ricordano bestemmie e imprecazioni assortite)! Dovrebbero cacciarlo immediatamente a calci nel sedere per danno d’immagine e per il brutto messaggio che trasmette ai giovani. Guitto, fenomeno da baraccone, saltimbanco, sono tra i complimenti che gli arrivano su X dal polemista Paolo Ziliani.

 

Fabio Ravezzani invece se l’è presa più con lo Youtuber -attenzione a non diventare razzista però- dandogli del cretino e rincarando poi su Ibra, «non pensavo si potesse cadere così in basso». Più moderato, vivaddio, Giovanni Capuano seppur non riesca a farsi sfuggire il dubbio che il neo-dirigente sia “vagamente omofobo”, chiedendosi che ne pensi il Milan di tutto questo.

 

E poi ci sono i commenti sui social, sempre più palestra di indignati e livorosi, specialisti nel cercare lo scandalo in ogni dove. Ma questa gente è mai uscita di casa, ha mai frequentato una palestra, una spiaggia, un gruppo di amici? «Il primo che si muove è gay» equivale a «l’ultimo che arriva paga da bere», «facciamo la conta, chi perde sta in porta». Giochi scemi, forse ingenui però davvero prendetela con più leggerezza. Oppure chiedete a un gay se davvero si sente offeso per una battuta del genere? Dai, non credo proprio, non si nasconde nulla di discriminatorio né omofobo, anche se il coprotagonista è un personaggio pubblico.

Quanto insopportabile moralismo stucchevole, palloso, codino. Adesso, povero Zlatan, gli toccherà chiedere scusa, dire che non intendeva, che è stato frainteso. Santa pace, quanta ipocrisia. Ma non si può vivere in un mondo più tranquillo e sereno, dove anche una battuta scemotta venga presa per quella che è e non trasformata in uno scandalo internazionale, anzi milanista?

 

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