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Sinner eliminato, fucilata di Adriano Panatta: "Inutili mostri oltre a quelli che conosciamo"

Roberto Tortora
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L’Italia del tennis può festeggiare due italiani alle semifinali di Wimbledon: Lorenzo Musetti, che ha battuto l’americano Taylor Fritz e se la vedrà ora con Novak Djokovic e, tra le donne, Jasmine Paolini che si è sbarazzata della Navarro e adesso affronterà la Vekic. Prima italiana a riuscirci nella storia. Si piange solo per Jannik Sinner, eliminato ai quarti da Daniil Medvedev in cinque set, in una gara sofferta in cui era stato costretto a rientrare anche negli spogliatoi, nel terzo set, a causa di un giramento di testa. A commentare questo suo momento di difficoltà e, soprattutto, a difenderlo c’è Adriano Panatta e lo fa sulle pagine del Corriere della Sera.

Questo il Panatta-pensiero: “Sì, Jannik ha perso e allora? Che male c’è, che c’è di strano? Nel tennis si perde, i più forti non lo fanno così spesso, e Jannik Sinner è tra questi, ma ogni tanto succede anche a loro. Esiste una normalità della sconfitta che andrebbe maggiormente rispettata, per non aggiungere inutili mostri a quelli di cui già ci circondiamo. L’imbattibilità non esiste, nello sport in generale e nel tennis in particolare. E a suo modo questa mancanza è una dote. È quella che rende lo sport più umano e capace di insegnarci qualcosa. Quanto meno, a stare con i piedi per terra”.

 

Panatta invita i lettori a una riflessione: “Il discorso va rivolto a noi stessi, che siamo fruitori del fenomeno Sinner, non a lui che di restare con i piedi per terra non ha mai smesso. Siamo noi a esaltarci con troppo entusiasmo, noi a considerare Sinner imbattibile, e a restarci male se viene battuto. È un grande amore verso questo ragazzo atleta, o la voglia di sentirsi anche noi, grazie a lui, un po’ imbattibili?”. Il campione del Roland Garros 1976 fa un esempio: “L’anno in cui un campione, John McEnroe, sfiorò l’imbattibilità è il 1984. Oltre ottanta vittorie, appena tre sconfitte. È anche la stagione in cui Mac perse la finale del Roland Garros contro Lendl, sul quale condusse due set a zero. Viene considerato il suo anno nero…”.

 

 

L’ex-trionfatore in Coppa Davis, sempre del ’76, infine, puntualizza: “Sinner non perde più contro i giocatori di media-alta classifica. Perde solo con i campioni. Badate, è già una straordinaria conquista. E il russo Medvedev è un campione, un ex numero uno, un vincitore di Slam, l’attuale numero 5 della classifica. Sinner non stava bene, capita. Ci ha provato ugualmente. Andrà meglio la prossima. Olimpiadi? Us Open? Finals o Davis? Il primato in classifica? Abbiamo un gran bel campione e un ragazzo eccezionale. Non pretendiamo da lui la perfezione. Perché nel tennis, come nella vita, la perfezione è noia”, conclude Panatta.

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