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Euro 2024, Arrigo Sacchi sgancia il siluro: ecco la verità su Spalletti e l'Italia

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L’Europeo? Sono deluso, abbiamo giocato un calcio mediocre e questa è la verità. In Serie A ci sono troppi stranieri, non si pensa a formare né a dare le opportunità agli italiani e ai nostri giovani. Così non si va da nessuna parte, l'eliminazione è stata una diretta conseguenza”. Parla così al Messaggero Arrigo Sacchi, ritornando sul cammino (deludente) dell’Italia di Spalletti agli ultimi Europei in Germania. Secondo l’ex tecnico di Fusignano non è colpa del toscano: “È un ottimo allenatore, ha fatto quanto ha potuto — si legge — Noi non abbiamo uno stile di gioco, tendiamo a fare i furbi e cerchiamo di fregare l'avversario. Ha pagato lo scarso materiale a disposizione e la scarsa competitività. Ha avuto poco tempo per prendere veramente in mano la situazione e i limiti generali hanno finito per prendere il sopravvento”. 

E ancora: “Francamente si è visto poco, impensabile immaginare un risultato diverso — aggiunge Sacchi — Noi in generale abbiamo sempre giocato un calcio non fatto di 11 giocatori ma di troppi individualisti, per questo in Europa abbiamo vinto pochissimo. Abbiamo giocatori strapagati che non sanno cosa fare con il pallone tra i piedi e non sanno pressare. Le cose vanno bene a livello giovanili, Maurizio Viscidi sta facendo un grande lavoro e le nostre nazionali vincono, poi però s'inceppa tutto". La ricetta per far funzionare meglio il calcio italiano “è costruire delle basi, delle prospettive — dice ancora l’ex allenatore del Milan e della Nazionale, tornando anche indietro nel tempo — La Francia era una Nazione calcisticamente molto mediocre, poi avvalendosi dei suoi migliori giocatori e quelli diventati degli ex ha saputo costruire qualcosa d'importante: oggi conta 16 centri federali che sono tanti. Dopo il Brasile, è il Paese che esporta il maggior numero di giocatori. In Germania ne hanno addirittura 24, perfino la Svizzera ne ha attivati tre, mentre noi siamo fermi all'unico costruito nel 1957”.

 

 

Sacchi dice “sì” al Var — “Sono favorevole, ci vuole per vederci chiaro in ogni situazione dove serve. Gli italiani sono disonesti e gli arbitri non possono essere dei santi» — la possibilità che l’Inter rivinca il titolo è alta — “La differenza tra la squadra di Inzaghi e le rivali è evidente” — e Conte è pronto per il Napoli: “Antonio è forte, lo reputo un ragazzo d'oro. Dà la vita in tutto ciò che fa. Gli auguro davvero tutto il bene e il meglio possibile”. Ancelotti invece ha fatto bene a non andare ad allenare il Brasile: “Fa bene a restare a Madrid perché nel Real ci sono sempre forti motivazioni, spirito di squadra e filosofia di gioco — le sue parole — Lui è bravissimo, ne è l'allenatore ideale. L'ambiente lo aiutato a costruire successi attraverso l'identità che gli viene riconosciuta. Ricordo quando lo volevo al Milan e Berlusconi non era affatto convinto, soprattutto per i problemi fisici che aveva Carletto. Galliani era d'accordo con me per prenderlo, aveva raggiunto l'accordo con la Roma e chiese a me di parlare con il presidente per convincerlo a chiudere positivamente l’operazione. Dissi a Berlusconi che, se avessimo preso Ancelotti, avremmo vinto il campionato. Lui mi rispose che stavamo prendendo una fregatura. Alla fine, lo convinsi e si convinse. Il resto è storia”. La Serie A spalmata su quattro giorni e le fasce orarie l'avrebbe accettata ai suoi tempi: “Non credo sia questo il male oppure il problema del calcio italiano — ha concluso Sacchi — C'è una questione di soldi e negli stadi si cercano le emozioni che mancano”.

 

 

 

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