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Jannik Sinner, la frase che spiazza Wimbledon: "È stata solo fortuna"

Leonardo Iannacci
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A un certo punto del duello che lo vedeva opposto al muscolare americano Ben Shelton, Jannik Sinner ha esagerato. Non più in linea sulla palla, ha tentato l’impossibile e ovviamente, essendo Sinner, l’impossibile è diventato possibile: ha colpito la pallina infilando la racchetta sotto le gambe e ha conquistato con questo tweener intriso nella magia, un punto che ha fatto alzare in piedi l’intero Centre Court di Wimbledon. È stato il colpo copertina di un match che ha portato Jannik ai quarti di finale dello slam sull’erba. Nel box del rosso di Sesto Pusteria sono scattati tutti e gli amanti del gossip hanno notato anche un’estasiata Anna Kalinskaya, la dolce metà del nostro amabile rosso di Sesto Pusteria, mangiarselo con gli occhi a quella prodezza. Ormai i due piccioncini sono immancabili alle disfide dell’amato(a), si portano fortuna e la bella moscovita che ha rapito il cuore di Sinner si è ripetuta ieri, in qualità di cornetto rosso, quando Jannik ha bombardato il 21enne americano, numero 14 del ranking, sin dall’inizio.


IMMACOLATO
In un primo set immacolato da errori, ha giocato 30 minuti incandescenti: netto il 6-2 in favore del numero 1 al mondo che, nei turni di battuta, ha perso soltanto un punto. Shelton è andato in confusione soprattutto sulle risposte incisive di Jannik che baciavano le righe. Anche il secondo set è finito nella cassaforte di Sinner, portato a casa anch’esso in poco più di mezz’ora grazie al break in apertura (6-4). Jannik stava giocando una partita impeccabile: 82% di punti vinti sia con la prima che con la seconda e l’americanone pareva ormai cotto a fuoco lento quando ha avuto un sussulto di dignità, ha brekkato Jannik e lo ha portato al tie-break dove il talento del nostro ha avuto la meglio dopo una dura schermaglia per 11 a 9. Ai quarti affronterà Medvedev, che ha approfittato del ritiro di Dimitrov.

 


E Carlitos Alcaraz? Come è andato contro Ugo Humbert? Bene ma non benissimo. Il numero 3 del mondo ha timbrato il pass per i quarti grazie al successo in quattro set. Un’esibizione non esaltante, tra alti e bassi per Alcaraz contro un avversario che ha giocato un’ottima partita: colpi eccellenti, ma anche qualche passaggio a vuoto per lo spagnolo, come i quattro turni di battuta consecutivi persi tra il terzo set e l’inizio del quarto parziale. Poi, però, è riuscito a trovare la chiave giusta, raggiungendo i quarti di uno Slam per la nona volta. Ma a volte il tennis può essere cinico e baro, crudele con i suoi protagonisti e con le campionesse che cercano la loro Itaca senza trovarla, a un passo dai quarti di finale di Wimbledon ma costrette ad alzare bandiera bianca per un morso ai muscoli della coscia, un infortunio che fa crollare il mondo addosso.

DESTINO CRUDELE
È capitato a Madison Keys, l’americana opposta alla nostra Jasmine Paolini negli ottavi di finale del tabellone femminile. La situazione era rosea per Madison che aveva perso il primo set (3-6) contro la nostra magnifica Jas, aveva vinto il secondo strappandolo al tie break (7-6) e stava guadagnandosi con merito la partita e il quarto di finale. Sul 5-2 in suo favore, il colpo di scena: un doloroso stiramento all’adduttore sinistro ha spezzato il sogno della Keys ridando fiducia e credibilità al tennis della Paolini che ha rimontato 5-5 e si è poi avvalsa del ritiro della numero 12 del mondo che si è arresa ed è uscita dal campo in lacrime, non prima di essere consolata e abbracciata dalla stessa Jas, imbarazzata per quella vittoria così inconsueta. «Provo una strana sensazione, sono felice e triste al tempo stesso», ha riconosciuta la Paolini, ora a un passo da un nuovo best ranking dopo Wimbledon. Virtualmente è n°6 del ranking, a -17 da Jessica Pegula. Oggi in campo Musetti contro il pivot francese Giovanni Perricard (ore 12 diretta Sky) e, in serata, Nole Djokovic opposto al danese Holger Rune.

 

 

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