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Jannik Sinner e Matteo Berrettini, 4 ore di sollievo tricolore

Fabrizio Biasin
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Non è tanto per il livello di tennis espresso sull’erba londinese l’altra sera. Oddio, anche per quello, ma non solo per quello. E ovviamente stiamo pensando a Sinner e Berrettini e alle quasi 4 ore di puro show regalate a tutto il mondo, nel secondo turno del torneo più famoso e ricco al mondo. Quello che hanno combinato a livello tecnico lo ha visto chiunque, persino un non avvezzo alla volée, ma gradiremmo andare un filo “oltre”, anche a costo di diventare retorici e zuccherosi.

Nei giorni dell’imbarazzo tricolore per l’eliminazione da Euro 2024 accompagnata a una vera e propria umiliazione pubblica (è così), l’esempio messo “su prato” dai due azzurri è consolatorio, confortante e in parte attenua l’imbarazzo provato durante Svizzera-Italia 2-0. Jannik ha battuto Matteo, ma è successo dopo una battaglia che è stata tecnicamente superlativa e che ha visto combattere due amici e maestri di “buon comportamento”. Nella sfida tra azzurri c’è stato tutto: rispetto, carattere, tecnica, resistenza, micidiale voglia di vincere e ancora rispetto.

 

 

Non si è sentito un “vaffa”, non c’è stata una scorrettezza. Uno ha vinto, l’altro ha perso, tutti hanno goduto di uno spettacolo unico e realmente Made In Italy. Pensare che “questa cosa” sia stata servita sul prato del Centre Court di Wimbledon da due Fratelli d’Italia è appagante e allo stesso tempo fa anche un po’ incazzare. Amici del pallone, porca miseria, prendete esempio. 

 

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