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Di Lorenzo "alla Biden": mandato allo sbaraglio

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Luciano Spalletti deve rendere conto di tante cose. È così che funziona il day-after di una cocente eliminazione dagli Europei. L’Italia è stata presa a pallonate dalla Svizzera agli ottavi di finale e prima ancora dalla Croazia e soprattutto dalla Spagna nella fase a gironi. Il comune denominatore di tutte queste brutte partite? La presenza in campo di Giovanni Di Lorenzo, un canone Rai in salsa calcistica che si è costretti a pagare pur non volendo usufruire del servizio.

È considerato il pupillo di Spalletti, d’altronde è stato l’allenatore di Certaldo a plasmare l’indistruttibile capitano del Napoli nell’anno dello scudetto. Poi però la festa è finita e di quel Di Lorenzo è rimasto soltanto il ricordo. Si è trasformato in un calciatore mitologico, in un Atlante dei nostri tempi che anziché reggere il cielo sulle proprie spalle è costretto a giocare tutte le partite, nel club e in Nazionale, anche se è allo stremo delle forze. Una punizione divina che ha finito per trasformare un ottimo calciatore in un brocco totale, che almeno è rimasto intellettualmente onesto. «So benissimo che con un altro allenatore stasera non avrei mai giocato», ha ammesso dopo il pari acciuffato per il rotto della cuffia contro la Croazia. Spalletti ha sfidato la fortuna e lo ha mandato in campo pure contro la Svizzera, nonostante sia palese che non si regga in piedi. E infatti i due gol degli elvetici sono nati entrambi dal suo lato, così come da lì era nata l’azione vincente della Spagna.

 


Di Lorenzo ha giocato ogni singolo secondo di Euro 2024, quando pure lui stesso si sarebbe tolto dal campo. Spalletti non ha voluto sentire ragioni, preferendo giocare con un uomo in meno- perché tale è stato, sia in difesa che in fase di impostazione - piuttosto che provare altre soluzioni. E così Di Lorenzo ha finito per essere il simbolo dell’umiliazione azzurra, il Biden della Nazionale, mandato allo sbaraglio pur non reggendosi in piedi, proprio come Sleepy Joe.

 

 

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