Cerca
Logo
Cerca
+

Euro 2024, lo "sceicco" Ngolo Kanté: zero politica, tanti fatti

Claudio Savelli
  • a
  • a
  • a

Di Kanté ce n’è uno perché in campo sembrano due o tre. Nessuno poteva immaginare un ritorno così convincente del centrocampista prodigio del Leicester campione d’Inghilterra e poi del Chelsea e ora dell’Al-Ittihad, forse nemmeno Deschamps che un po’ a sorpresa lo ha convocato per questi Europei. Si pensava fosse una chiamata di contorno, un premio all’uomo più che al giocatore, se è vero che la Francia non avrebbe in teoria bisogno di rispolverare le vecchie glorie campioni del mondo nel 2018 visto il bendidio a disposizione. Invece questo gigante di 165 centimetri ha giocato la prima contro l’Austria da titolare e ha mostrato a tutti il perché: è tornato ai quei livelli, ai suoi livelli. Ventisette azioni di pressing sparse per tutto il campo contro l’avversario finora più aggressivo dell’Europeo, e per tutta la gara, mica metà.
Dopo aver visto i Brozovic e i Milinkovic-Savic soffrire il ritmo europeo dopo una stagione passata in Arabia Saudita, è arrivato il francesino a spiegare cosa si può ottenere da quella specie di campionato pre-pensionistico: rigenerarsi fisicamente, sfruttando i ritmi più lenti, se si era reduci da annate piene di problemi. Così Kanté è riuscito a giocare 44 partite come se fossero allenamenti competitivi e, attraverso questi, rimettersi in pista per il calcio europeo. Deschamps, pragmatico convinto, ha convocato Kanté perché è obbligato a schierare tutto il talento offensivo di cui dispone, pena la gogna popolare, quindi deve trovare un modo per controbilanciare.

Anziché strutturare il sistema di gioco di una squadra con il rischio che i talenti un po’ primedonne si ribellino, ha preso la scorciatoia: mettiamo al centro l’unico che non si lamenta della fatica. Le alternative non mancano, ci sono Camavinga e Tchouameni che giocano nel Real Madrid campione di Spagna e d’Europa, mica in Arabia, e Fofana del Monaco o il prodigio Zaïre-Emery del Psg, ma solo Kanté «rende la Francia una squadra migliore», citando Deschamps. L’ex Leicester, infatti, non corre di più ma meglio perché in funzione degli spazi lasciati liberi dalle mancate coperture di Mbappé e compagnia. In più ha conservato la proverbiale lucidità che lo porta a confezionare passaggi sempre puliti, rapidi e precisi, esattamente ciò di cui ha bisogno la Francia per mettere in moto i velocisti la davanti - a proposito, ieri Mbappé si è allenato con la maschera protettiva e ha dato disponibilità a Deschamps per la sfida di stasera (alle 21, diretta Rai e Sky Sport) all’Olanda.

 

 

A 33 anni, Kanté tornerebbe utile a molte squadre europee ma difficilmente sarà acquistabile visto l’ingaggio da 25 milioni netti spalmati su 4 anni, di cui solo uno consumato. E pensare che il Chelsea, ormai disperato per la serie di acciacchi fisici, la scorsa estate l’ha regalato all’Al-Ittihad, che pure aveva i soldi per pagare il cartellino. C’è un video che gira dei giocatori della Francia che applaudono Kanté al rientro negli spogliatoi dopo la grande prestazione contro l’Austria. Si sono resi conto di doverlo ringraziare: se a brillare è il mediano, vuol dire che il resto non è stato granché.

 

Dai blog