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Spagna-Italia, una questione tra punte: Morata e Scamacca, cosa c'è in ballo

Federico Strumolo
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Sulle doti a centrocampo di Italia e Spagna ci sono pochi dubbi. Le Furie Rosse possono contare su una tecnica in mediana come forse nessun’altra nazionale al mondo, tra il vertice basso di riferimento in questi ultimi anni, Rodri, e interni del livello di Pedri e Fabian Ruiz. Gli azzurri, dal canto loro, sono meno abili nel palleggio, ma con Luciano Spalletti hanno ritrovato quell’equilibrio fondamentale nella cavalcata trionfale di tre anni fa: c’è chi pensa alla gestione del pallone, Jorginho, chi agli inserimenti, Davide Frattesi, chi ad alzare il tasso tecnico sulla trequarti, Lorenzo Pellegrini, e poi chi la butta dentro e fa su e giù per tutto il campo senza stancarsi mai, Nicolò Barella. E non è chiaro se sarà la Spagna a mantenere maggiormente il possesso del pallone, come da sua abitudine, dato che negli ultimi anni sta cambiando il modo di stare in campo e ora accetta anche di concedere la sfera agli avversari. Basti pensare che nel debutto vincente contro la Croazia, gli spagnoli hanno fatto registrare solo il 46% di possesso palla. Insomma, se in mezzo al campo c’è il rischio che le due armate possano annullarsi, i due commissari tecnici, Spalletti e Luis de la Fuente, sanno che a spostare gli equilibri da una parte o dall’altra potrebbero essere gli attaccanti: Gianluca Scamacca per l’Italia, Alvaro Morata per la Spagna.A differenza dell’atalantino, Morata è andato in gol nella prima giornata, firmando il primo dei tre gol segnati dalla nazionale di Madrid contro la deludente Croazia. L’ex centravanti della Juventus (che, tra l’altro, potrebbe tornare in Italia: i bianconeri pensano al clamoroso ritorno, ma anche Roma e Napoli sono alla finestra) è probabilmente il centravanti che ha convinto di più nella prima giornata degli Europei tedeschi. Tanti altri grandi numeri nove, dopotutto, sono riusciti ad andare solamente vicino al gol, restando a bocca asciutta, dal belga Romelu Lukaku all’inglese Harry Kane, fino alla leggenda portoghese Cristiano Ronaldo. Morata, invece, ha zittito i tanti scettici, con i tifosi spagnoli in prima linea.

In patria, infatti, il 31enne attuale attaccante dell’Atletico Madrid (ma, si diceva, con più di un piede lontano dalla capitale iberica) non gode di particolare stima, nonostante sia palese la mancanza di alternative credibili nella rosa di De la Fuente. Morata, tra l’altro, non è solo un terminale offensivo. Anzi, le sue principali doti non sono sotto porta, dove può effettivamente migliorare (il suo record di gol in carriera in un campionato è 15 gol, peraltro eguagliato proprio quest’anno), ma nel dialogo con i compagni: è tecnico come pochi attaccanti in circolazione e può rappresentare un regista offensivo. Caratteristiche non lontane da quelle di Scamacca, che all’esordio contro l’Albania non ha segnato, ma è stato comunque protagonista di una prestazione positiva, tra ottime sponde, sportellate con i difensori avversari e pressione sulla prima impostazione.

 

Rispetto allo spagnolo, l’azzurro è meno pulito tecnicamente, ma ha più estro e fisicamente è più forte. Il gol che è mancato alla prima, però, dovrà arrivare questa sera. Anche perché se tra centrocampo e attacco la Spagna ha poco da invidiare alle altre grandi, i problemi per De la Fuente possono nascere proprio nel reparto arretrato. Contro l’Italia il ct dovrebbe confermare la coppia di centrali della sfida con la Croazia, composta da Robin Le Normand e Nacho. Due difensori affidabili, ma non straordinari e quindi attaccabili da Scamacca, per provare a vincere la sfida nella sfida con Morata e regalare un successo che sarebbe fondamentale all’Italia. È chiaro che anche i centrali azzurri, Alessandro Bastoni e Riccardo Calafiori, dovranno tenere l’attenzione al massimo, badando a non concedere pericolosi spazi per le verticalizzazioni, considerando le doti del centravanti avversario nell’attacco della profondità e le già citate capacità nel passaggio dei centrocampisti. Ma chi completerà il tridente spagnolo? Se dal ritiro delle Furie Rosse sono uscite pochissime notizie, ai lati di Morata dovrebbero esserci Lamine Yamal, a destra, e Nico Williams, a sinistra: il primo è il bimbo prodigio del calcio spagnolo (ha appena 16 anni ma conta già la bellezza di 52 presenze con il Barcellona) e proverà ad attaccare Federico Dimarco nell’uno contro uno; il secondo ha messo a referto addirittura 19 assist in stagione con l’Athletic Bilbao e se la vedrà con Giovanni Di Lorenzo.

 

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