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Europei di Atelica, Jordan Diaz e l'ombra del complotto: "Il righello era spento, ma lui esultava"

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Agli Europei di Atletica di Roma la polemica ne ha fatta da padrone. In particolare nella competizione del salto triplo, dove il portoghese Pedro Pablo Pichardo non le ha mandate a dire contro il sistema di valutazione del salto: “Come faceva a sapere che mi aveva già superato se il righello elettronico era spento?”. La sua misura di 18.04 metri non l'ha spinto oltre la medaglia d’argento, ma il lusitano ha mostrato più di un dubbio sulla regolarità della prova, sfogandosi anche su Facebook. Chi si è preso la medaglia d’oro, invece, è stato Jordan Díaz, cubano naturalizzato spagnolo. La performance, applaudita dai presenti, si è fermata a 11 centimetri dal record del mondo di Jonathan Edwards. Pichardo però è rimasto insospettito focalizzando l'attenzione sul funzionamento del righello elettronico utilizzato per misurare i salti: ha chiesto chiarimenti ai giudici di gara e alle istituzioni che vigilano sull'atletica europea e mondiale. Poi si è sfogato in un lungo posto su Instagram.

“Sono sempre stato un atleta molto giusto e pulito quando parliamo di competizione, non ho mai avuto la necessità di venire sui social per giustificare una vittoria o una sconfitta, non ho mai dovuto usare sostanze proibite per vincere, non ho mai beneficiato di favori per vincere una competizione… — le parole di Pichardo — Vorrei che European Athletics (federazione continentale che governa l'atletica leggera in Europa, ndr) e gli arbitri in carica dessero una risposta e un chiarimento su quanto accaduto al righello di salto nel momento in cui l'atleta spagnolo fa quella misura, in una gara di questo livello non è normale fare un grande segno con il righello elettronico si spegne”. 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Pedro Pichardo (@pichardop6)

 

E ancora: “L'atleta si alza e festeggia senza nemmeno sapere dove fosse atterrato perché il righello era spento ma sembra che lui sapesse già di avermi superato — ha concluso nel post Instagram Pichardo — Noi atleti sappiamo che senza nessun riferimento è difficile capire se è stato un buon salto o meno, ma lui lo sapeva già! Perché sui 17.96 metri il righello era acceso e sul grande salto no? Un minuto dopo il suo grande salto, il righello è tornato in funzione e guarda caso ero io quello che saltava. Com'è possibile? Perché prima il righello elettronico era spento? Come facciamo a sapere che erano davvero 18.18 metri?”.

Ma la tesi di Pichardo è stata smentita dal regolamento. L'oscuramento della tabella di misura digitale non comporta invalidazione del salto, “sia per la funzione esclusivamente informativa per il pubblico degli schermi di misurazione elettronici — si legge nel regolamento stesso — sia perché capita che questo dispositivi possano subire guasti improvvisi e temporanei nel corso della giornata agonistica”. Un altro aspetto che va contro alle tesi del portoghese fa riferimento a come avviene la misurazione del salto. Un dispositivo elettronico misura la distanza grazie a un sistema laser che registra tutti i dati e le misurazioni attraverso un computer. E la distanza stessa è calcolata dalla riga di stacco fino al segno più vicino lasciato dall'atleta sulla sabbia con qualsiasi parte del corpo al momento dell'atterraggio.

 

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