Italia nel nome di Bryan Cristante, il preferito dai tecnici (e centrocampo nei guai)
L’Italia è diventata il cuore pulsante della Foresta di Ferro, traduzione letterale di Iserlohn, la località che ha accolto gli azzurri come se fossero i futuri Campioni d’Europa, non solo quelli in carica. Cinquemila delle 92mila anime di questa città immersa nel verde della Renania settentrionale erano presenti al primo e unico allenamento aperto al pubblico della Nazionale in vista dell’esordio di sabato sera contro l’Albania. Raramente si è visto un simile entusiasmo attorno a una Nazionale in ritiro, anche perché da tempo immemore l’Italia non andava in vero ritiro durante un torneo: nel 2021 l’Europeo era itinerante dunque la base fu Coverciano fino alle semifinali, ai Mondiali 2018 e 2022 i nostri eroi erano già in spiaggia, allora per avere ricordo dell’Italia in un vero ritiro bisogna chiedere a Darmian ed El Shaarawy di raccontare com’era nel 2016. Allora il ct Antonio Conte scelse Montpellier per affrontare gli Europei di Francia. Si formò un grande gruppo, e speriamo che le notti in mezzo alla foresta portino consiglio.
I sorrisi di Luciano Spalletti, il primo a entrare in campo assieme al presidente Gravina per il giro di saluti che precede l’allenamento, mascherano una certa preoccupazione per i continui intoppi agli azzurri. Non siamo i soli - l’Olanda ha perso in rapida sequenza De Jong e Koopmeiners- ma è una magrissima consolazione. Il problema è che i problemi sono tutti concentrati nella mediana: il reparto in cui negli ultimi 15 anni abbiamo avuto abbondanza è ora ridotto ai minimi termini. Nicolò Barella, l’unico azzurro davvero indispensabile, si allena ancora a parte. La buona notizia è che lo ha fatto in campo (esercizi con il pallone a discreta intensità e qualche scatto), la cattiva è che lo ha fatto da solo. Vero che Barella ha muscoli elastici e capacità di entrare in ritmo partita fuori dal comune, ma è impensabile che venga rischiato per la gara contro l’Albania visto che poi ci tocca affrontare Spagna e Croazia.
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Di benino in peggio perché Fagioli ha dovuto rinunciare all’allenamento di squadra per un affaticamento muscolare. C’era da aspettarselo visto che non giocava una partita intera dallo scorso ottobre: la buona prestazione contro la Bosnia al fianco di Jorginho costa piuttosto caro. Chi è stato il migliore contro la Bosnia? Frattesi. Che, dopo aver effettuato il riscaldamento con la squadra, si è rifugiato negli spogliatoi per sottoporsi alle terapie. Lo staff tecnico giura che era tutto programmato: anche il nerazzurro non era così abituato a giocare intere partite per cui va gestito proprio per evitare che si affatichi. Prevenire per non dover curare. Pe non farsi trovare impreparato, Spalletti ha testato Calafiori in mediana dopo aver arretrato Pellegrini nell’amichevole di Empoli. L’idea è averli come alternative alla coppia titolare, l’unica rimasta, composta da Jorginho e colui che risolve problemi a tutti gli allenatori: Cristante. Pure Spalletti stravede per Bryan e ne aveva infatti annunciato l’utilizzo a prescindere dagli infortuni degli azzurri perché "gli avversari che ci sbattono si fanno più male". Che strana reputazione ha questo giocatore: poco amato dal pubblico, coccolato dai tecnici. È uno di cui ci si può fidare. Ecco perché Luciano Spalletti, nonostante tutto, sorride.
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