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Inter, Beppe Marotta presidente: ecco perché è la scelta giusta

Fabrizio Biasin
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Da qualche tempo accadono cose non banali nell’universo Inter. E non parliamo delle arcinote Due Stelle, ma forse sì, anche di quelle. Il signor Giuseppe Marotta da Varese, già amministratore delegato area Sport dell’Inter, è il nuovo presidente del club. Il 23° per la precisione (Massimo Moratti fece il bis). Lo ha deciso l’Assemblea dei Soci andata in scena ieri a Palazzo Parigi, lussuoso hotel del centro di Milano che - per tornare all’inizio - non costa come un due stelle. Il Signor Beppe succede a Steven Zhang, non più patron per questioni di prestiti non restituiti, e anche a lui si rivolge nel momento della proclamazione: «...In mente ho Giacinto Facchetti che come profilo si avvicina a me.

Sono finiti i tempi dei presidenti mecenati che tanto hanno dato. Mi riferisco a Moratti, Fraizzoli, Pellegrini. Oggi il calcio è diverso ma questi grandi dirigenti mi hanno inculcato una grande linea da seguire. Da ultimo non dimentico Zhang che, pur essendo giovane, ha dato tanto. La mia aspirazione è in chi mi ha preceduto, la forza dell’Inter non è il presidente ma tutto il patrimonio umano». Oaktree, in definitiva, passa dalle parole ai fatti, aveva parlato di “continuità” e queste prime scelte testimoniano coerenza. Di più, sono una risposta a quelli che «il Fondo stravolgerà». Il fondo stravolge se c’è da stravolgere e “lascia fare” laddove il processo di ristrutturazione è innescato da tempo e funziona. E infatti si continua a insistere sul concetto di “sostenibilità” che deve andare di pari passo con quello di “competitività”. Parola al neo-pres: «Nelle prime dichiarazioni Oaktree aveva garantito la continuità gestionale dell’Inter, penso che oggi si possa riconoscere ai nuovi proprietari di aver dato seguito alle parole con un fatto tangibile e concreto (...) Vincere nel calcio di oggi significa anche e, soprattutto, essere finanziariamente sostenibili.

 

 

Non è la prima volta che questa assemblea sente un discorso del genere da parte mia: è una convinzione profonda che ho da molto tempo. Non esiste vittoria futura senza solidità finanziaria e non esiste solidità senza un equilibrio nei conti». Tutto chiaro. E quindi sarà ancora mercato a costo zero e non si butterà via un centesimo, come è giusto che sia.

Il primo appuntamento è in programma domani: mister Simone Inzaghi incontra la dirigenza per formalizzare il prolungamento del contratto, poi sarà la volta di Lautaro e Barella, rispettivamente capitano e vice-capitano, pronti a rinnovare fino al 2029. A formalizzare il tutto ci sarà ancora lui, Beppe il presidente, che resta Ceo Sport e al suo fianco avrà ancora Alessandro Antonello (Ceo Corporate), Javier Zanetti (Vice Presidente) e Piero Ausilio (Direttore Sportivo). Con loro il resto del nuovo consiglio d’amministrazione: Alejandro Cano, Katherine Ralph, Renato Meduri, Carlo Ligori, Delphine Nannan, Fausto Zanetton, Amedeo Carassai, Carlo Marchetti. E fa specie pensare che l’erede dei Moratti e dei Pellegrini sia un signore partito «a 17 anni dallo spogliatoio del Varese», poi passato dai trionfi alla Juve e arrivato nella Milano nerazzurra nel 2018 proprio grazie a un’intuizione del suo predecessore cinese: gli serviva il migliore, ha atteso che Agnelli lo allontanasse, se l’è accaparrato. Mai scelta è stata più illuminata.

 

 

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