Lautaro Martinez-Inter, si rischia la rottura: 36 milioni in tre anni, l'agente spara alto
Nessuno conosce la voce dell’agente di Nicolò Barella e sapete perché? Perché non c’è bisogno. E neppure il nome e cognome che, però, qui cortesemente riportiamo (Alessandro Beltrami). Beltrami sta programmando il rinnovo del contratto del suo preziosissimo assistito con l’Inter Campione d’Italia e lo fa lontano dai riflettori, in discreta armonia (se di armonia si può parlare quando si trattano milioni di euro) con Piero Ausilio, ds nerazzurro.
I due si conoscono da una vita e comprendono le reciproche esigenze, soprattutto quanto a “riservatezza”. A cosa serve questo patetico preambolo? A parlare di Lautaro Martinez - da poco eletto “miglior giocatore della Serie A 23-24” - e del suo contratto in scadenza nel 2026. Ecco, la voce dell’agente del campione argentino, capocannoniere stagionale con 24 gol, la conoscono tutti. Oddio, tutti, diciamo tutti quelli che masticano di calcio e di Inter. Si chiama Alejandro Camano, è argentino, ha un marcato accento spagnoleggiante e un non so che di “bergogliesco”, anche se il suddetto non si interessa di iscrizioni al seminario ma di quattrini e cavilli.
Camano “po’ esse fero e po’ esse piuma” (cit.) e in questo momento è fero, nel senso che pur facendo semplicemente il suo mestiere, sta parecchio tirando la corda con i nerazzurri. Al netto delle comprensibili dichiarazioni di facciata (da una parte «ma certo che Lautaro rinnoverà, non ci sono problemi», dall’altra «adoro Milano, è tutto bellissimo e meraviglioso») la verità è che le parti vivono una situazione di fetentissimo e complicato stallo. Qualcuno dice «normale, c’è di mezzo il passaggio di consegne tra Zhang e il fondo Oaktree» ma la questione conta zero (a proposito, ieri in sede è andato in scena il primo incontro tra mister Inzaghi e nuovi proprietari, le parti si ritroveranno settimana prossima, dopo l’elezione del nuovo cda in programma il 4 giugno, per discutere del rinnovo contrattuale del tecnico).
DISTANZA SIDERALE
Come nelle migliori tradizioni mercatare il problema riguarda la distanza tra domanda e offerta, attualmente incolmabile. A fronte di una proposta del club che prova ad avvicinare i 10 milioni di euro netti a stagione tra parte fissa e variabile, il buon Camano è fermo su posizioni principesche, ovvero un triennale “a salire” che tra una balla e l’altra dovrebbe garantire circa 36 milioni di euro netti a cotanto Toro. Anche un plutoniano poco avvezzo alla matematica terrestre è in grado di capire che il solco, attualmente, appare enorme.
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Il braccio di ferro sta facendo parecchio innervosire il board nerazzurro, voglioso di comprendere quale siano i termini del confronto. E spieghiamo. Lautaro pretende davvero quella cifra (12 milioni netti a stagione, tanto per cominciare)? Se sì è facile arrivare a una conclusione: non intende rinnovare il suo contratto (i nerazzurri non possono minimamente raggiungere quella cifra). Lautaro ha già un club voglioso di riconoscergli quella cifra? Possibile, anche se è difficile immaginare quale. Lautaro è disposto a venire incontro al suo club? E allora è bene che lo comunichi in fretta per evitare che si arrivi a una spiacevolissima rottura.
LA SOLUZIONE DEL REBUS
Certezze. La società vuole capire da che parte del bivio andare: Lautaro fa un passo indietro, continua a fare il capitano dell’Inter e vissero tutti felici e contenti; Lautaro mantiene il punto e allora si dovrà riuscire a guadagnare il massimo dalla cessione. Entrambe le soluzioni sono assolutamente legittime (non prendiamoci in giro, nell’era moderna del calcio il grano domina su tutto e tutti) e in ogni caso tertium non datur. In che senso? Nel senso che è improbabile pensare che il giocatore possa iniziare la nuova stagione senza un rinnovo: la dirigenza vuole evitare un bis del caso Skriniar e, soprattutto, diventerebbe difficile giustificare la fascia da capitano sul braccio di chi a Milano è felice... ma non abbastanza. Morale: nei prossimi giorni si arriverà al fondamentale “faccia a faccia” e l’Inter scoprirà se potrà puntare ancora sul suo faro o dovrà ragionare su un mercato improvvisamente molto più frizzante.
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