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Leclerc, "il patto del ristorante": la mossa dopo il trionfo a Monaco

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In mondovisione si è lasciato sfuggire quel “stasera festeggiamo tutti da Jimmy’z” e così la folla, festosa nel tentativo di festeggiarlo, si è presentata domenica sera davanti al locale notturno per vedere Charles Leclerc, che poche ore prima si è preso la prima (sofferta) vittoria nella sua Montecarlo.

Con loro anche Vasseur, che oggi compie 56 anni e Sainz, allegro per il podio ma con il magone dentro di dover lasciare la Ferrari sul più bello, in una fase di espansione. La voglia in Ferrari è di non fermarsi, dopo una crescita costante iniziata al via di stagione con una macchina che ha risolto i grandi problemi di scorso anno: quelli del consumo-gomme. Il team principal francese si è scottato l’anno scorso, quando ha ereditato la (fallimentare) vettura di Mattia Binotto, e non vuole farlo quest’anno.

 

 

 

Prima di Montecarlo, invece, Leclerc non era mai arrivato oltre il 4° posto (a parte le Sprint) e la sua progressione è apparsa evidente. Gli è tornata la fame di vittorie, mentre il rivale Verstappen ha sbagliato in qualifica a Montecarlo e papà Jos ha punto di nuovo la Ferrari: “Il dominio Red Bull è finito, forse è meglio che rimettano la concentrazione sulle corse piuttosto che su altro”. L’obiettivo è lottarsela per il titolo Costruttori, considerando che Pérez non è più costante come a inizio stagione (fallimentare l’eliminazione nel Q2 a Imola e nel Q1 a Montecarlo) e che l’ultimo successo è arrivato nel 2008, nell’anno del Mondiale perso da Felipe Massa a Interlagos contro la McLaren di Lewis Hamilton, pronto al grande salto a Maranello a fine stagione.

 

 

 

Il Cavallino è a -24 dalla Red Bull, sarebbero meno se Sainz non avesse saltato il Gp di Gedda per l’appendicite: a livello di lavoro di coppia non c’è squadra più efficiente. La McLaren ha la stessa impostazione con Norris e Piastri, ha una macchina veloce, anche grazie a innesti come l’ingegnere di lungo corso Bob Marshall, che dalla Red Bull ha portato parecchi segreti. Insomma, l’impero Red Bull scricchiola sempre di più.

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