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Camila Giorgi, rumors: "Problemi in famiglia, deve capire cosa fare della sua vita"

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Roberto Tortora
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Nel più classico dei gialli si direbbe che “il mistero s’infittisce”, ma, nel caso della sparizione di Camila Giorgi, accade ora il contrario e il velo viene squarciato. Dopo aver scoperto tramite il sito dell'ITIA (International Tennis Integrity Agency) del suo ritiro dal tennis agonistico, di lei si erano perse le tracce. 

La Giorgi, poi, si era rifatta viva con uno scarno messaggio sui social, confermando la decisione di appendere la racchetta al chiodo, ma fisicamente è stato finora impossibile capire dove sia. Fuggita all’estero a causa dei suoi problemi con il fisco italiano? Macchè, la nota congiunta diffusa all’Ansa dai suoi avvocati, Federico Marini e Cristian Carmelo Nicotra, chiarisce meglio la vicenda: "Non ha alcuna intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità, prossimamente tornerà in Italia. Da parte sua c'è sempre massima trasparenza e collaborazione quando richiesta. Lo farà ancora nelle sedi competenti”. 

Perché, allora, non la si trova più nella sua residenza fiorentina di Calenzano? Sempre stando agli avvocati, emergono problemi familiari: “Una divergenza di vedute all'interno della famiglia e la volontà di prendersi una pausa di riflessione per capire cosa fare della propria vita dopo aver chiuso con il tennis. Il fatto che abbia deciso di non competere più ha nulla a che vedere con tutto questo”. 

 

Sempre secondo gli avvocati, l’idea di chiudere con il tennis era balenata alla Giorgi fin dalla fine del Covid, a causa di stanchezza e difficoltà nel reggere lo stress dell’attività agonistica. L’Agenzia delle Entrate, intanto, ha presentato un pignoramento verso terzi alla FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel). La Giorgi avrebbe un debito con il fisco dell’ammontare di circa 464mila euro. Sulla vicenda è intervenuto anche Angelo Binaghi, presidente federale, durante gli Internazionali di Roma: "Avevo da tempo sentore di come sarebbero andate le cose. Poi ci sono cose che con lo sport non c'entrano niente. Sono vicende tristi che fanno parte secondo me della mancanza di quello staff che ti aiuta, come nel caso di Sinner, a crescere anche fuori dal campo".

 

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